Individuata anche in Italia la zecca ixodes, causa di meningoencefaliti e altre malattie virali.
Passeggiando per prati e boschi può capitare di imbattersi in piccoli insetti a prima vista innocui, delle dimensioni di una coccinella.
Le zecche vivono tra i cespugli e sono sempre in agguato, pronte per saltare alla prima occasione sul malcapitato, animale o uomo, che diventerà il loro pasto per parecchi giorni.
Le zecche non sono proprio insetti ma artropodi dell’ordine degli Acarina, insomma della stessa famiglia di ragni e acari. Sono ematofagi, cioè si nutrono del sangue dell’ospite al quale si sono attaccate, e si possono definire parassiti in quanto restano attaccati al loro “cibo” perdiverso tempo, aumentando di dimensioni.
L’ ultimo allarme in Italia, soprattutto nel Triveneto, è stata la comparsa di una particolare specie di zecca, abitante normalmente in Europa orientale: la zecca Ixodes Ricinus.
Sebbene originaria dell’Europa dell’est, questa specie, riuscendo a sopravvivere in differenti condizioni ambientali, si è conquistata un’ampia distribuzione geografica, arrivando a comparire dal Portogallo alla Russia e dal Nord Africa alla Scandinavia.
L’allarme in Italia deriva principalmente dalle possibili malattie trasmissibili col morso di questa zecca, in alcuni casi letali: la Tick borne encephalitis (meningoencefalite) e la malattia di Lymes.
La Tbe o Tick borne encephalitis è un’infiammazione del cervello, in questo caso specifico provocata da virus trasmesso appunto tramite il morso della zecca ixodes, che può provocare danni neurologici anche gravi.
Fabrizio Pregliasco, ricercatore al Dipartimento di Scienze biomediche all’Università degli Studi di Milano, spiega: “La meningoencefalite è una malattia non facile da diagnosticare perché dà una sintomatologia simil-influenzale una leggera febbre, mal di testa, dolori muscolari che compaiono a distanza di 7-14 giorni dal morso, cui può seguire una seconda fase con l’interessamento del sistema nervoso centrale e possibili danni permanenti o invalidanti. È una patologia che sta emergendo nell’evidenza dei numeri, ma è ancora sottostimata perché molti casi lievi non vengono registrati”
Tra le tre varianti della meningoencefalite, continua Pregliasco quella presente in Italia è per fortuna la meno grave.
Ad una prima fase ne può succedere una seconda, anche dopo diverse settimane, con febbre elevata confusione mentale, perdita di sensibilità e paralisi agli arti. Ma solo nel 1-2% dei casi è mortale.
In Italia, vista la sempre maggiore diffusione della zecca killer, le autorità hanno chiesto di inserire la Tbe tra le malattie notificabili.