Tassonomia
Classificazione scientifica
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Superordine: Euarchontoglires
Ordine: Rodentia
Sottordine: Myomorpha
Superfamiglia: Muroidea
Famiglia: Muridae
Sottofamiglia: Murinae
Genere: Rattus
Caratteristiche anatomiche
E’ un roditore appartenente alla famiglia Muridae, originario delle regioni temperate dell’Asia centrale, da cui si è diffuso in tutto il mondo. E’ un animale socievole (vive in colonie) e scavatore, prevalentemente notturno. La vita media è di tre anni o più. Il peso adulto nel maschio è di 450-520 gr, nella femmina di 250-300 g. Rispetto al maschio la femmina ha un pelo più liscio, non ha odore e raramente marca il territorio. Il maschio è facilmente distinguibile per la presenza dei testicoli, che scendono a 20 giorni di età. E’ presente l’osso penieno.
La formula dentale è I 1/1, C 0/0, P 0/0, M 3/3; gli incisivi sono a crescita continua. Il canale inguinale è aperto. Le mammelle si estendono dalla regione inguinale a quella ascellare. Nei maschi l’ossificazione delle ossa lunghe si completa solo dopo il primo anno di età.
I ratti albini hanno una vista molto scarsa, ma possono condurre una vita perfettamente normale perché si aiutano con l’olfatto e le vibrisse. Dietro il globo oculare si trova la ghiandola di Harder, che è più grande del globo oculare; produce un secreto è ricco di porfirine e lipidi. In condizioni di stress o malattie la ghiandola di Harder può produrre un eccesso di secreto che macchia di rosso il pelo della faccia.
Comportamento
I ratti, se maneggiati spesso e con gentilezza, costituiscono degli ottimi animali da compagnia, docili, intelligenti e puliti; riconoscono il proprietario e gli si affezionano. I ratti sono animali sociali, e hanno bisogno anche della presenza dei loro simili. Necessitano di più attenzioni di quanto in genere richiedano i piccoli roditori, ed è opportuno che il proprietario interagisca con loro almeno un’ora al giorno, permettendo anche l’uscita dalla gabbia. Raramente questi roditori mordono, a meno che non siano maneggiati in modo rude.
Quando sono lasciati liberi, i ratti devono essere sorvegliati a vista. L’ambiente deve essere a prova di fuga, e non contenere oggetti pericolosi (fili elettrici, sigarette, sostanze o piante tossiche, ecc.). Spesso un ratto fuggito ritorna alla sua gabbia.
I ratti possono essere allevati in colonie con più maschi e femmine, se lo spazio a disposizione è sufficiente, e i piccoli sono accuditi da più madri insieme. Se non si vogliono riprodurre, è possibile tenere insieme ratti dello stesso sesso, oppure si sterilizza il maschio. E’ anche possibile mettere insieme due soggetti adulti, con qualche precauzione e molta gradualità.
I ratti raggiungono la maturità sessuale a 65-110 giorni. La femmina va in estro ogni 4-5 giorni, la gravidanza dura 21-23 giorni e il numero medio di piccoli è di 6-12. I piccoli aprono gli occhi a 7 giorni, iniziano a mangiare e a bere a due settimane, e sono svezzati a tre settimane, quando pesano 40-50 gr.
Dopo il parto si verifica un calore, che può essere fertile. Se la femmina non è rimasta gravida con il calore post-partum, torna in calore 2-4 giorni dopo lo svezzamento. Se la femmina sta allattando ed è contemporaneamente gravida, la durata della gravidanza si allunga di alcuni giorni.
Nel ratto non si verifica l’effetto Bruce, per il quale l’esposizione ad un maschio estraneo nelle 24 ore successive all’accoppiamento impedisce l’impianto degli ovuli (come invece nei topi). Nei ratti la pseudogravidanza è rara, e dura circa 13 giorni.
Alloggio
In condizioni di allevamento, un maschio viene tenuto insieme a 2-7 femmine, e le femmine gravide vengono poste in una gabbia da sole prima del parto, per evitare che vengano disturbate e abbandonino o cannibalizzino i piccoli. Dopo lo svezzamento la femmina viene rimessa nel gruppo. I ratti sono in grado di riprodursi tutto l’anno, anche se la fertilità cala in inverno. Nel caso dei ratti tenuti come pet, non è consigliabile lasciare insieme maschio e femmina, nel qual caso la femmina risulterebbe costantemente gravida, a scapito delle sue condizioni fisiche. Tra una gravidanza e l’altra è opportuno lasciare passare almeno un mese.
I ratti devono essere alloggiati in gabbie relativamente spaziose, rispetto agli altri piccoli roditori. Sono adatte sia le gabbie di metallo (con le sbarre), che quelle in plastica o plexiglas, del tipo per conigli. Oltre allo spazio, è importante che la gabbia fornisca una buona areazione, che sia facile da pulire e a prova di fuga. Come fondo si possono usare trucioli, pellet di carta riciclata o di tutolo, o simili materiali, assorbenti e non tossici. Il fondo a rete è sconsigliato, perché può causare lesioni ai piedi. Nella gabbia va posto un nido, costituito ad esempio da una scatola, e si lascia a disposizione della carta morbida (del tipo da cucina) per imbottirlo. Per arricchire l’ambiente si lasciano nella gabbia tubi, scatoloni, vasi, ecc. La temperatura ottimale è di 22°C (range: 18-27°C), e l’umidità relativa del 30-70%.
I ratti sono animali molto puliti, ma in caso di necessità è possibile lavarli utilizzando uno shampoo per cani o gatti.
Alimentazione
I ratti devono ricevere una dieta al 20-27% di proteine. L’alimento ideale, che è un pellet specifico per roditori, non è generalmente reperibile nei negozi per animali. Deve essere evitato il mangime a base di semi. I ratti sono “neofobi”, ossia tendono a evitare alimenti sconosciuti, a cui non sono stati esposti da piccoli. Allo stato naturale i ratti sono onnivori, e mangiano qualunque cosa. Sono in grado di ingerire in un giorno il terzo del loro peso in cibo. In cattività il problema principale consiste nell’evitare l’obesità, che è molto frequente, evitando gli alimenti grassi e ricchi di zuccheri. Si può somministrare riso integrale, altri alimenti integrali quali pasta, pane o fette biscottate, vegetali (tra cui patate, fagioli e piselli cotti) e frutta, proteine (carne magra cotta, yogurt, formaggio, soia).
L’acqua va sempre lasciata a disposizione, preferibilmente con un abbeveratoio a goccia.
Principali malattie
I ratti devono essere afferrati con una mano intorno al torace, mentre l’altra può immobilizzare la testa dietro le mandibole; eventualmente, li si può prima sollevare per la coda. E’ anche possibile la presa per la collottola.
Le iniezioni intramuscolari si eseguono a livello del quadricipite (0,2 ml al massimo), e quelle sottocutanee a livello della nuca e del dorso (fino a 5 ml). Il prelievo di sangue (fino a 0,5 ml) si può eseguire dalla vena ventrale della coda.
L’allergia ai ratti è piuttosto comune, e può essere provocata sia dalla forfora sia dalle proteine urinarie. I ratti possono trasmettere diverse zoonosi: leptospirosi, infezioni da streptococchi, salmonellosi, cestodiasi. La pulce dei ratti può trasmettere la Yersinia pestis. Il morso di ratto può trasmettere un’infezione da Streptobacillus moniliformis, che causa febbre, emorragie petecchiali, endocardite e poliartrite. Tutte queste infezioni sono improbabili nei ratti tenuti come animali da compagnia.
Marta Avanzi