Mentre Valentina Meloni, la giovane aggredita dai suoi cani a San Vero Milis si sta riprendendo lentamente, è stato eseguito sul cane corso maschio il test antirabbica: il risultato è negativo.
Rubo, il cane corso che alla vigilia di Pasqua ha aggredito la proprietaria Valentina Meloni, non era infetto dal virus.
I risultati sono arrivati ieri mattina dall’istituto zooprofilattico delle Venezie di Padova. “Adesso si deve completare l’esame con la ricerca del virus – spiega Tonino Falconi, veterinario della Asl 5 di Oristano – ma è praticamente certo che il cane non avesse la rabbia”.
La Sardegna è stata una delle prime regioni italiane a essere indenne da questo virus “tanto è vero che non è obbligatoria nemmeno la vaccinazione. L’esame all’esemplare corso è stato effettuato perché previsto per legge dopo un episodio così violento”.
Un’aggressione da cui la giovane titolare del chiosco-bar di Sa Rocca Tunda (nella marina di San Vero Milis) si sta riprendendo lentamente. Dopo i quattro giorni di coma, le condizioni migliorano e a breve Valentina Meloni dovrebbe essere trasferita in un centro di ortopedia specializzato nella penisola. L’altro cane corso, Emma, invece è sempre sotto osservazione nel canile Dog Village di Arborea. “La cagna deve stare dieci giorni isolata dagli altri animali – va avanti lo specialista della Asl 5 – poi se tutto andrà bene sarà riconsegnata al proprietario”.
L’EPISODIO – Risale alla vigilia di Pasqua. Valentina era in spiaggia, a Sa Rocca Tunda coi suoi pastori corsi. Una passeggiata come tante altre, ma quella sera qualcosa è andato storto: una furia improvvisa, prima Rubo e poi anche Emma si sono scagliati contro la padrona (secondo quanto raccontato dalla ragazza al risveglio dal coma). La giovane è stata ritrovata da alcuni ragazzi, immediatamente è scattato l’allarme. “Sarà Valentina, se lo vorrà, a raccontare come sono andati i fatti – aggiunge Tonino Falconi – di certo non bisogna dimenticare che i cani sono sempre animali. Chiunque serenamente può prendersi cura di un cane, ma soprattutto quelli di grossa mole vanno educati, non bisogna mai sottovalutare certi segnali”.
Valentina Meloni, la ragazza di Cagliari, ha confermato di essere stata aggredita dai suoi cani: peccato, avevamo sperato tutti che si fosse trattato di un’errata interpretazione, ma evidentemente le cose erano andate proprio come era parso ai primi operatori che avevano indagato sulla vicenda.
Bene (anzi, male): assodato che sono stati i due cani corso, ora rimane da capire perché.
Il maschio è stato individuato subito e immediatamente abbattuto, ovviamente senza processi di sorta: si sa che la vita di un cane non conta un accidenti, e nessuno si preoccupa di conoscere le sue motivazioni prima di sparargli addosso. Lo si poteva sedare, portare in canile e poi esaminare con calma, ma figuriamoci: cane morsicatore, facciamolo fuori senza “se” e senza “ma”.
Si fa tanto bel blaterare sul fatto che i cani siano esseri intelligenti e senzienti, ma all’atto pratico restano “bestie” che si possono ammazzare senza alcuno scrupolo. Pessimo segnale di una società schizoide, che da un lato vorrebbe erigere i cani a membri della famiglia e dall’altro non permette loro di manifestare gli stessi problemi che in qualsiasi famiglia possono emergere: intolleranze, rancori, conflitti.
Perché sì, può succedere.
Così come succede che due fratelli si prendano a botte, o che una madre esasperata dalla figlia la prenda a sberloni, può succedere anche che un cane prenda – a modo suo – a sberloni un umano di casa: solo che il cane le mani non le ha, e quando gli girano le palle morde. E se è grosso, quando morde fa male. Anche molto male, come è avvenuto in questo caso.
Si saprà mai il vero perché di questo episodio di cronaca?
Temo di no.
Sono quasi certa che la ragazza, peraltro in perfetta buona fede, sosterrà che i cani l’hanno aggredita “improvvisamente e senza motivo”: perché a lei sarà parso esattamente così, come pare così a tutti coloro che magari per settimane o mesi non sono stati capaci di leggere i messaggi che un cane stava loro inviando.
Dai giornali oggi emerge che il rapporto di “grande amore, quasi di simbiosi” di cui si era parlato nei giorni scorsi non era poi così idilliaco: il maschio Rubo – leggiamo stamattina – “pare avesse già dato segni di insofferenza verso gli ordini della padrona. Pare che non gradisse più il guinzaglio e tanto meno la museruola. Forse, proprio il tentativo di legarlo avrebbe scatenato la prima reazione con un morso al braccio“.
E’ possibile. Così come è possibile che la femmina Emma (che è la madre del maschio) sia intervenuta a dare manforte al figlio: si sa che i cani “fanno branco” in caso di rissa, e se tra i due ci sono legami di parentela la probabilità è ancora maggiore. D’altronde, chi di noi non correrebbe a dare una mano al proprio figlio coinvolto in una rissa?
Sta di fatto che, stando a quanto si legge stamattina (e che è ben diverso, ripeto, da ciò che si leggeva nei giorni scorsi) tra Rubo e Valentina era insorto un conflitto: e forse, se lei avesse cercato subito l’aiuto di un esperto, non si sarebbe arrivati all’aggressione.
Ma è inutile, adesso, fare dietrologia: la cronaca è quella che è, un cane è morto, una ragazza è stata ferita seriamente e adesso ripartiranno gli opinionisti della domenica (anzi, del lunedì) a dire che i cani grossi sono pericolosi.
Fortuna che non abbiamo un governo, perché altrimenti un caso di probabile cattiva gestione – o di semplice incomprensione – potrebbe dare il via a qualche nuova legge idiota sulle “razze pericolose”.
Mi viene da sorridere (amaramente) ripensando ai tempi dell’ordinanza Sirchia; la prima, quella che aveva sbattuto nella lista nera dei potenziali killer tutti i cani del gruppo 2 (compresi quelli che pesavano tre chili).
Mi viene da sorridere perché ricordo che alcuni allevatori indignati erano riusciti a far togliere dalla lista proprio il cane corso, dimostrando che non si conosceva alcun caso al mondo di aggressione da parte di uno di questi cani.
Bene, adesso ce l’abbiamo.
E non ne abbiamo neanche uno solo, perché so che Claudio Mangini, per esempio, ha in recupero comportamentale proprio un cane corso arrivato dopo diversi attacchi ai proprietari (quando è arrivato mi ha detto: “in una scala di pericolosità da 1 a 10, gli darei 25″). Dopo poco più di una settimana, il cane che si trova da Mangini è diventato un cane normale, allegro e collaborativo: come sempre succede, senza fallo e senza eccezioni, quando un cane morsicatore (ovviamente se lo è a causa di errori umani) finisce in mani competenti.
Forse, se Valentina avesse cercato a sua volta un aiuto competente quando il suo cane ha cominciato a manifestare comportamenti di ribellione, non si sarebbe mai arrivati a tutto questo.Inutile girarci intorno: qualsiasi cane può mordere/aggredire/ferire, esattamente come qualsiasi umano può prenderne a pugni un altro. Però, se il pugno me lo dà Tyson, mi fa più male che se me lo dà Giovinco. E se mi morde un cane di sessanta chili mi fa più male di uno di cinque. Monsieur Lapalisse concorderebbe sicuramente.
Qual è la risposta giusta a tutto questo? Molto semplice: tanto per cominciare, NON si devono prendere cani grossi se non si è in grado di gestirli. In seconda battuta, i cani grossi si devono scegliere con estrema oculatezza, rivolgendosi ad allevamenti seri, competenti, preparati: perché la genetica ci mette parecchio di suo, sul futuro carattere di un cucciolo.
Infine, se si vedono le prime – ma proprio le primissime – avvisaglie di conflitto o peggio di aggressività, ci si deve rivolgere subito, ma proprio SUBITO, a qualcuno che ne capisca più di noi e che sappia indicarci dove, come, quando abbiamo sbagliato e cosa possiamo fare per rimediare.
Si è detto più volte, in questi giorni, che “il cane corso non può essere aggressivo verso i suoi umani”: verissimo, se si tratta di un cane corso ben allevato e ben gestito.
In questo caso non soltanto c’è il serio dubbio che la gestione non sia stata ottimale, ma non sappiamo neppure come siano andate le cose dal punto di vista della genetica: da dove arrivano questi cani? Il fatto che Valentina possieda madre e figlio fa pensare (è un’ipotesi, ma non mi sembra tanto peregrina) che la cucciolata l’abbia prodotta lei stessa.
Con quali competenze? Con quali conoscenze?
Non è dato di saperlo, al momento… ma non risulta che sia un’allevatrice, quindi è probabile che questi cuccioli siano nati da un accoppiamento fatto “mettendo semplicemente insieme un maschio e una femmina”, come avviene ogni giorno, purtroppo, in millemila casi. E NON è così che si fanno le cucciolate, tantomeno quelle di cani di grande taglia.
Dalla foto che tutti i giornali online hanno pubblicato (quella che anch’io ho messo in apertura) si nota – oltre all’atteggiamento dominante della ragazza – una strana postura del posteriore destro del cane: potrebbe essere stato displasico? E magari dolorante? Potrebbe essere stata questa la causa della sua irritabilità?
Non lo sapremo mai, ma una cosa è certa: dietro ad ogni caso di aggressione canina ci sarebbero sempre tante, tantissime cose da valutare. E se si riuscisse sempre a sapere la verità salterebbero fuori, 99 volte su cento, gli errori umani che hanno portato alla disgrazia.
Certo, si fa prima a criminalizzare i cani, a parlare di razze pericolose e di soggetti “impazziti” e magari, come in questo caso, a risolvere tutto ammazzando il colpevole.
Io posso augurarmi che almeno i cinofili, in questo caso, facciano informazione corretta e spieghino in ogni modo possibile che allevare ad capocchiam e gestire alla speraindio è un ottimo modo per finire nei guai.
Servirà, come sempre, a poco: tanto siamo tutti prontissimi a decretare che “a me non potrebbe mai succedere“. Ma non è così.
Perché per gestire un cane serve competenza: piccolo o grande che sia.
La differenza sta solo nel fatto che il cane piccolo, se morde, fa meno danni… ma i cani non dovrebbero MAI mordere, e per non farli mordere bisogna, semplicemente, capirli e farsi capire da loro (e chiedere l’aiuto di persone esperte quando ci si accorge che il canese non è proprio la lingua che conosciamo meglio).
Tutto il resto è pura fuffa DOC.
Articolo copypastato da “Ti presento il cane” – Originale all’indirizzo http://www.tipresentoilcane.com/2013/04/08/il-caso-dei-cani-corso-di-cagliari/
Informazioni sull’autore
Savonese, annata ‘53, cinofila da sempre e innamorata di tutta la natura, ha allevato per 25 anni (prima pastori tedeschi e poi siberian husky, con l’affisso “di Ferranietta”) e addestrato cani da utilità per 16. Si è occupata a lungo di cani con problemi comportamentali (in particolare aggressività). E’ autrice di 81 libri cinofili e della serie televisiva “I fedeli amici dell’uomo” , nonché conduttrice del programma TV “Ti presento il cane”, che ha preso il nome proprio da quella che era la sua rivista cartacea e che oggi è diventata una rivista online. Attualmente non lavora più con i cani ma mette a disposizione la propria esperienza attraverso questo sito e, occasionalmente, nel corso di stage e seminari.
Ciao a tutti intervengo marginalmente per fare una piccola precisazione del accaduto sul quale i media non hanno per niente raccontato,e non se ne è tenuto conto,ed è una cosa invece secondo me di fondamentale importanza , i cani corsi erano del ex fidanzato di Valentina il quale li aveva allevati lui poi avendo rotto il connubio con Valentina se ne è andato e i cani(non ho capito poi come e con quale criterio) sono rimasti con Valentina che da quello che ho capito si è ritrovata con due cani (che non erano i suoi) senza avere la preparazione giusta per gestirli,(a volte anzi il più delle volte con i cani tanto ammmmore non serve una sega)da qui è successo il fatto ma nessun giornalista si è ben guardato da sottolineare questa cosa cioè che i cani non erano i suoi, l’importante era fare notizia , a poi se si abbatteva il cagnaccio cattivo la notizia era ancora più altisonante e il resto lo sapete e come diceva il Califfo ,è solo noia ciao a sentirci Valerio