Rischi del randagismo

Dai dati rilevati sul territorio nazionale risulta che in molte regioni, soprattutto del Sud, il fenomeno del randagismo, ha raggiunto livelli drammatici ed è spesso fuori controllo.

Dall’ultima rendicontazione annuale (riferita all’anno 2006) inviata dalle regioni e dalle province autonome al Ministero della Salute, risultano 6.000.000 cani di proprietà e 590.000 cani randagi di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio.

I cani abbandonati continuano ad alimentare la popolazione vagante, inoltre molte femmine gravide partoriscono ed i cuccioli che non muoiono di stenti, diventando adulti, rappresentano un ulteriore serbatoio di randagi.
Alcuni di questi cani inoltre sono poco socializzati con l’uomo e si trasformano in soggetti “inselvatichiti” il cui controllo è più problematico, soprattutto quando si riuniscono in branchi.

I cani vaganti sul territorio, singoli od in branchi, possono:

  • rappresentare un potenziale rischio di aggressione per le persone
  • diventare serbatoio e veicolo di malattie infettive ed infestive, alcune delle quali trasmissibili all’uomo, non essendo sottoposti ad alcun controllo sanitario
  • essere causa di incidenti stradali; ogni anno si registrano centinaia di incidenti stradali, anche mortali, causati da animali randagi: “chi abbandona un cane, dunque, non solo commette un reato penale (legge 189/2004), ma potrebbe rendersi responsabile di omicidio colposo”
  • arrecare danni al bestiame domestico allevato
  • arrecare danni agli animali selvatici
  • alimentare il fenomeno del randagismo, in quanto non sterilizzati e spesso notevolmente prolifici
  • essere causa di degrado ed inquinamento ambientale sia nel contesto urbano, che nelle campagne, con conseguente polluzione di pest (ratti, topi), sinantropi ed insetti che a loro volta costituiscono una possibile fonte di pericolo per l’uomo.

Possesso responsabile animale domestico

La diffusione della cultura del possesso responsabile è un elemento essenziale per la lotta al randagismo.

Quasi una famiglia italiana su due convive con un animale domestico e più di una su tre con un cane o un gatto.
Il rapporto con gli animali domestici, tuttavia, in molti casi è basato sull’improvvisazione e sull’emotività; nel pensiero comune prevale la convinzione che tutti possano essere in grado di gestire un cane, indipendentemente dalle conoscenze rispetto a tale specie animale e alle sue caratteristiche etologiche.
Il positivo aumento della sensibilità nei confronti degli animali registrato in questi ultimi decenni è solo parzialmente andato di pari passo con la consapevolezza della necessità di acquisire informazioni e cognizioni sui diritti dell’animale e sui doveri in carico a colui che vive in compagnia di un animale domestico.

Vivere con un cane rappresenta una grande opportunità per migliorare la qualità della propria vita;
un cane infatti può:

  • aiutare i bambini e gli adolescenti a crescere in modo equilibrato e responsabile, migliorandone la capacità di socializzazione e favorendo il senso di appartenenza e aggregazione familiare;
  • stimolare il rapporto con il mondo esterno e la natura;
  • mitigare, in determinate situazioni, il senso di solitudine sociale o morale

Tuttavia il rapporto con il cane non è intuitivo: talvolta le persone tendono a “umanizzare” il proprio cane causandogli inconsapevolmente problemi comportamentali e stati di sofferenza, altre volte tendono ad approcciarlo come uno dei tanti oggetti che riempiono la loro vita, un giocattolo o una macchina, senza tener conto dei suoi bisogni etologici e dei suoi diritti in quanto essere senziente.

Il futuro proprietario, chiedendo consiglio al medico veterinario, deve informarsi:

  1. sulle esigenze fisiologiche ed etologiche dei cani, in base anche alla taglia e alle attitudini di razza, puntando sulla conoscenza per arrivare ad un possesso responsabile;
  2. sugli obblighi normativi, etici e di civile convivenza che derivano dal possesso di un cane;
  3. sulla corretta gestione del cane, anche in merito alla sua attività riproduttiva.

Ogni proprietario deve:

  • conoscere gli obblighi di legge:
    • obbligo di microcippare il proprio cane da un medico veterinario e inscriverlo contestualmente nella anagrafe canina;
    • obbligo di munire di passaporto il proprio animale (cane, gatto o furetto), se si intende superare i confini nazionali;
    • obbligo di idonea museruola per i cani non condotti al guinzaglio quando si trovano nelle vie o in altro luogo aperto al pubblico;
    • obbligo della museruola e del guinzaglio per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto;
    • obbligo di raccogliere le deiezioni da marciapiedi e strade e a tal fine munirsi sempre dell’indispensabile attrezzatura.
  • operare un’attenta gestione della vita riproduttiva del proprio animale, per non incrementare il numero degli abbandoni determinati da cucciolate indesiderate e di difficile collocazione. Non bisogna dimenticare mai che la sorte di molti cuccioli rischia di essere il canile, la strada, la fame, le malattie, i maltrattamenti, la morte. Spesso non si può dare per certa neanche la sistemazione dei cuccioli presso parenti ed amici, si rischia infatti che gli affidi si tramutino in abbandoni.

Le nuove normative sui cani

L’Ordinanza del 3 marzo 2009  (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 68 del 23 marzo) concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani ha introdotto sostanziali novità rispetto a quelle emanate nel passato.
In particolare ha eliminato l’elenco  di “razze pericolose”, privo di riferimento scientifico in letteratura di medicina veterinaria , in quanto non è possibile stabilire il rischio di una maggiore aggressività dei cani in base alla loro razza o ai loro incroci.

Responsabilità civile e penale dei proprietari
Ai fini della prevenzione del rischio di aggressione da parte di cani l’Ordinanza ha attribuito un ruolo fondamentale alla responsabilità dei proprietari.
Il proprietario di un cane, infatti, è sempre responsabile del benessere e del controllo del proprio animale, pertanto risponde sia civilmente che penalmente dei danni o lesioni che questi arreca a persone, animali o cose.

Viene inoltre introdotto per la prima volta l’obbligo di utilizzare sempre e in ogni luogo il guinzaglio ad una misura non superiore a mt. 1,50 per i cani condotti nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico – fatte salve le aree per cani individuate dai Comuni – e di avere sempre con sé la museruola (rigida o morbida) da applicare in caso di potenziale pericolo, nonché l’obbligo di affidare il proprio animale solo a persone in grado di gestirlo.
Il proprietario ed il detentore devono, inoltre, assumere informazioni sulle caratteristiche fisiche ed etologiche dei cani e sulle normative in vigore.
E’  fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano raccoglierne le feci e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle feci.

Percorsi formativi per i proprietari di cani
Per favorire la formazione e l’acquisizione di adeguate cognizioni sulla corretta detenzione di un cane e ai fini della prevenzione di danni o lesioni ad altri, i Comuni congiuntamente con i Servizi Veterinari delle Asl, avvalendosi anche degli Ordini professionali dei Medici Veterinari, delle Associazioni di Medici Veterinari, delle Facoltà di Medicina Veterinaria e delle Associazioni di Protezione degli Animali, devono mettere a disposizione dei percorsi formativi per i proprietari di cani. Tali percorsi formativi, con rilascio di specifica attestazione denominata patentino, divengono obbligatori per i proprietari di cani che richiedono una valutazione comportamentale in quanto impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica identificati a livello territoriale.
Il Decreto del 26 novembre 2009 ha definito i contenuti del corso base.

Per la prima volta in Italia viene conferito un ruolo anche ai medici veterinari libero professionisti in materia di prevenzione. A loro infatti spetta l’informazione dei proprietari di cani che transitano dalle loro strutture rispetto alla possibilità o alla necessità di conseguire “il patentino”. Inoltre vengono posti in rete con i Servizi Veterinari pubblici al fine di segnalare situazioni a rischio a tutela della salute pubblica.

Registro dei cani morsicatori e con problemi di comportamento
I Servizi Veterinari delle ASL, nel caso in cui rilevino un rischio, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di eventuali interventi terapeutici comportamentali cui devono essere sottoposti i cani che richiedono una valutazione comportamentale in quanto impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e tengono un registro aggiornato di tali soggetti.

I proprietari dei cani iscritti nel registro devono obbligatoriamente stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile e applicare contestualmente guinzaglio e museruola al proprio animale quando si trovano in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.

Divieti
L’Ordinanza del 3 marzo 2009 vieta:

  • l’addestramento di cani che ne esalti l’aggressività;
  • qualsiasi operazione di selezione o di incrocio di cani con lo scopo di svilupparne l’aggressività;
  • la sottoposizione di cani a doping, cosi’ come definito all’art. 1, commi 2 e 3, della legge 14 dicembre 2000, n. 376;
  • gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi, con particolare riferimento a:
    • recisione delle corde vocali;
    • taglio delle orecchie;
    • taglio della coda, fatta eccezione per i cani appartenenti alle razze canine riconosciute alla F.C.I. con caudotomia prevista dallo standard, sino all’emanazione di una legge di divieto generale specifica in materia. Il taglio della coda, ove consentito, deve essere eseguito e certificato da un medico veterinario, entro la prima settimana di vita dell’animale;
  • la vendita e la commercializzazione di cani sottoposti a tali interventi chirurgici.

Gli interventi chirurgici su corde vocali, orecchie e coda sono consentiti esclusivamente con finalità curative e con modalità conservative certificate da un medico veterinario. Il certificato veterinario segue l’animale e deve essere presentato ogniqualvolta richiesto dalle autorità competenti.

Gli interventi chirurgici effettuati in violazione al presente articolo sono da considerarsi maltrattamento animale ai sensi dell’articolo 544-ter del codice penale.

Consulta il testo dell’Ordinanza del 3 marzo 2009 pubblicata nel Portale della normativa sanitaria

Il Furetto

Il furetto è una animale molto complesso, i suoi comportamenti e la sua psicologia sono simili a quelli degli altri animali domestici, ma come qualsiasi specie ha delle abitudini e dei modi di comunicare con i propri simili e con gli umani che sono tutti suoi.

Ogni singolo furetto ha una personalità ed una psicologia che varia tanto quanto quella degli esseri umani, si possono dare solo indicazioni generali sul suo comportamento, ciascun individuo, maschio o femmina, giovane o adulto potrà essere un’eccezione o comunicare in altri modi.

In generale il furetto si comporta come una via di mezzo tra un cane ed un gatto, è affettuoso e bisognoso di coccole, ma all’occorrenza sa essere indipendente e spavaldo. Impara ad accorrere al suo nome, a giocare con la palla e ad uscire al guinzaglio ed impara ad usare la cassetta igienica per i bisogni. Il furetto è attratto da qualunque cosa che assomigli ad un tunnel o ad un buco, forse perché ricorda le tane che abitava qualche migliaio di anni fa, prima dell’incontro con l’uomo.

Il furetto è un animale che per tutta la vita mantiene un’indole giocosa, curiosa e vivace, come un cucciolo.

I furetti sono in genere animali sociali, che però possono adattarsi ad una vita da “single” se presi molto piccoli. I furetti amano stare in gruppo e la socializzazione tra più furetti è molto interessante; tendono ad instaurare rapporti gerarchici, c’è un “capo branco” che può essere un maschio o una femmina, la gerarchia viene instaurata a seconda dell’età e del  carattere più o meno prepotente ed equilibrato del soggetto.

Quando in un branco si introduce un nuovo soggetto i furetti litigano per la supremazia, ma a parte qualche graffio o morso le lotte non hanno solitamente esiti dannosi per la salute dell’animale.

Tutti i furetti sono animali curiosi e tendono ad investigare qualunque nuovo stimolo gli venga sottoposto. Guardare un furetto mentre si muove e gioca in casa è un’esperienza esilarante e gaia, quando gioca e saltella, danzando di qua e di la, oppure quando cerca di raggiungere oggetti nascosti e si incaponisce per prenderli.

Maschio o femmina?

I furetti maschi e femmine sono simili dal punto di vista affettivo e caratteriale, in generale il carattere di un furetto non dipende dal sesso, ma varia da soggetto a soggetto; alcuni esperti ritengono che i maschi sono più “vivaci e coccoloni“, mentre le femmine sono più tranquille ed indipendenti. Le differenze maggiori sono a livello anatomico: i maschi sono più grandi e possono arrivare a pesare oltre i due chilogrammi e le femmine sono più piccole, in genere arrivano a pesare poco più di un chilo. La grande differenza estetica tra maschi e femmine, oltre che nella dimensione e nel peso è nella forma del muso e della testa: un maschio ha la testa più grande, più tonda, è più simile ad un orsacchiotto, mentre la femmina di solito ha una testa più piccola con il muso più allungato. Le femmine sono più facilmente trasportabili, data la loro taglia più contenuta e arrivano ad arrampicarsi un po‘ dovunque in casa, anche se in genere ii furetti non sono buoni arrampicatori. I maschi sono più grandi e possenti, entrambe si possono tranquillamente portare fuori al guinzaglio. Ultimamente alcuni allevatori cercano di selezionare razze di furetto più grandi perché giudicate più piacevoli e quindi maggiormente apprezzate. I furetti molto piccoli assomigliano molto ai roditori e spesso alcune persone ne sono infastidite dall’aspetto.

Nella differenza anatomica tra maschi e femmine c‘è da considerare anche l‘aspetto dell‘odore e della riproduzione. Il furetto maschio quando raggiunge la maturità sessuale ed è il periodo della riproduzione secerne degli ormoni che stimolano le ghiandole sebacee ed odoripare poste su tutto il corpo ed emette da tutta la superficie corporea un odore molto forte e pungente, che pur essendo molto apprezzato dalle femmine di furetto, infastidisce molto gli esseri umani. Le femmine invece quando è il periodo del calore hanno un odore forte, la vulva si presenta edematosa, ma non perde sangue. Il problema è che il calore delle femmine di furetto non regredisce spontaneamente come negli altri mammiferi domestici, durante l‘estro produce ormoni che inibiscono la formazione di globuli rossi, in molti casi se la femmina non viene coperta o stimolata ormonalmente può morire di anemia.

L‘accoppiamento nei furetti è un atto molto violento: il maschio morde la femmina sulla collottola e la trascina in un angolo per l‘accoppiamento. L‘atto sessuale può durare da una quindicina di minuti fino a due ore. Tale atto viene ripetuto più volte. La gestazione della femmina di furetto dura 42 giorni ed il numero dei cuccioli varia da 5 a 14. I cuccioli alla nascita sono glabri, stanno nel nido con la madre fino al raggiungimento del mese di vita, quando il pelo assume un aspetto grossomodo definitivo ed aprono gli occhi. Lo svezzamento avviene a 6 settimane di vita. Quando si acquista un furetto vale la regola di acquistarlo il più giovane possibile, coerentemente con i tempi di svezzamento, quindi l’età ideale per prendere un furetto è intorno alle otto settimane di vita. Se è possibile è sempre meglio scegliere un cucciolo che sia stato maneggiato molto durante l’infanzia, che sia stato abituato alla sabbietta e che sia già stato vaccinato.

Il furetto è un animale che in genere non ama stare da solo, infatti è sempre meglio tenere insieme due o più furetti per evitare che soffrano di solitudine e che per noia creino disastri nelle abitazioni che li ospitano.

Capire il furetto

COMPORTAMENTO SIGNIFICATO
Il furetto gonfia la coda a modi spazzola Quando il furetto si trova davanti ad una novità ed è spaventato e non tranquillo. In genere si manifesta in un nuovo ambiente o in presenza di altri animali sconosciuti, oppure quando è agitato ed arrabbiato.
Il furetto scodinzola come un cane Questo comportamento segnala uno stato di eccitazione, in senso positivo o negativo. In genere è per indicare un agguato.
Il furetto soffia come un gatto Si sente minacciato ed è sulle difensive, avvisa di fare attenzione.
Il furetto inarca la schiena In genere vuole essere grattato sul dorso
Il furetto inarca la schiena, saltella sulle 4 zampe ed emette un suono tipo “co-co-co”, sembra che danzi Vuol invitare al gioco e si diverte, occorre fare solo attenzione che non ci siano ostacoli o dislivelli, durante il gioco il furetto non riconosce altezza e pericolo
Il furetto gira per la stanza emettendo il suono “co-co-co” Quando emette questo suono in genere il furetto è molto contento ed eccitato positivamente. Il maschio in genere emette questo suono per invitare la femmina ad accoppiarsi
Il furetto prende per la collottola altri furetti In genere è un segno di dominanza, spesso il maschio prende per la collottola la femmina e la trascina nella tana per accoppiarsi, è un comportamento che possono avere anche maschi o femmine sterilizzati. Se è una femmina con i cuccioli a farlo è per insegnare loro qualche lezione.
Il furetto alza la coda e si mette in un angolo Deve fare i bisogni
Il furetto emette un suono tipo un grido E’ molto spaventato o avverte un forte dolore
Il furetto si gratta di continuo Possono essere in genere due le cause: una muta del pelo e un normale prurito fisiologico o un’infestazione da parassiti.
Il furetto si mette le zampe in bocca ripetutamente Potrebbe avere qualcosa incastrato nei denti, nel palato oppure potrebbe avvertire un senso di nusea
Il furetto starnutisce o tossisce Se non sono presenti patologie in genere la causa è la polvere.
Il furetto emette l’odore dalle ghiandoli para anali Quando il furetto è spaventato o molto eccitato e non è sacculectomizzato emette il fluido puzzolente delle ghiandole para anali
Il furetto morde Il morso di un furetto può avere varie origini: se l’animale non stringe lo fa per giocare. Se il morso è a sangue ci possono essere varie cause: alimentazione errata o insufficiente, aggressività o paura dell’animale, animale con traumi comportamentali
Il furetto inarca la schiena e batte le zampe anteriori sul terreno Il furetto è molto arrabbiato e sulle difensive
Il furetto si alza sulle zampe posteriori Quando c’è qualcosa di molto interessante in alto e vuole allungarsi
Il furetto struscia i genitali sugli oggetti lasciando fluidi In genere è un comportamento di animali non sterilizzati per segnare il territorio durante il calore (sia maschi che femmine, ma soprattutto maschi)
Il furetto perde il pelo nella coda La causa può essere uno squilibrio ormonale dovuto a vari fattori
Il furetto perde il pelo in genere Se la perdita è uniforme e non ci sono zone alopeciche è la muta stagionale che avviene due volte all’anno circa. Se ci sono zone glabre potrebbe esserci una patologia in corso
Il furetto pulisce le orecchie ai suoi simili E’ un comportamento per stabilire un’unione nel clan famigliare
Il furetto trotterella per la stanza, si infila nei buchi ed aspetta Significa che è felice e vuole giocare
Il furetto dorme pesantemente e non si sveglia Può accadere che un furetto non si svegli dal sonno anche se preso in braccio, i mustelidi possono avere un sonno molto pesante, non è nulla di grave
Il furetto scava nell’acqua, nella terra, sul tappeto, ecc. Il comportamento del furetto è normale, scava nell’acqua per farsi il bagno e nella terra, gommapiuma, ecc. per giocare e creare tunnel
Il furetto nasconde giocattoli e cibo negli angoli E’ un comportamento normale, è ciò che rimane dell’istinto atavico di nascondere la preda per mangiarla in seguito
Il furetto lecca il padrone In genere è un atteggiamento di pacificazione e di gratitudine, a volte lecca la pelle del padrone per il sapore salato.
Il furetto ha dei puntini neri sulla coda Di solito è più visibile nei furetti albini ed in genere è semplicemente un eccesso di sebo
Il furetto si appiattisce per terra come una pelle di orso In genere significa che ha caldo e cerca refrigerio sul pavimento fresco
Il furetto lecca la propria urina o quella dei suoi simili E’ un atteggiamento molto frequente, ma la causa non è nota
Il furetto trema In genere i furetti tremano per due ragioni: quando si svegliano tremano per riportare allo stato normale la loro temperatura corporea oppure tremano per uno stato di eccitazione e di nervosismo o paura
Il furetto si lamenta In genere i furetti giovani emettono un verso come di lamento per chiamare la mamma e per richiamare attenzione da parte del padrone

 

 

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LE 10 COSE CHE UN FURETTO VI CHIEDE

Di F.Biagioni

1. La mia vita durerà probabilmente 8-10 anni, e qualsiasi separazione da te sarà dolorosa per me. Ricordalo prima di acquistarmi.

2. Lasciami il tempo di capire quello che ti aspetti da me.

3. Avere la tua fiducia è importantissimo per il mio benessere.

4. Non essere arrabbiato con me troppo a lungo e non rinchiudermi per punizione. Tu hai il tuo lavoro, i tuoi passatempi e i tuoi amici. Io ho solo te.

5. Parlami ogni tanto. Anche se non capisco le parole, quando mi parli io capisco la tua voce.

6. Sii certo che qualsiasi sia il modo in cui mi mostrerai la tua fiducia, io non lo dimenticherò mai.

7. Prima di punirmi ricordati che ho delle mascelle che potrebbero facilmente rompere le ossa della tua mano, ma che ho scelto di non morderti mai così duramente.

8. Prima di rimproverarmi per essere “non collaborativo”, “testardo” o “triste”, domandati se non vi sia qualcosa che mi disturba. Magari non sto avendo le giuste attenzioni, oppure non sto bene.

9. Abbi cura di me quando sarò vecchio, anche tu invecchierai.

10. Resta accanto a me nel mio ultimo viaggio. Non dire “Non sopporto di vederlo” o “Che accada quando non ci sono”. Ti prego, non dire mai “Che lo faccia il veterinario”. Ogni cosa sarà più facile se tu mi sarai accanto, con il tuo amore per me.

Nota: Autore: dott. Kiumars Khadivi- Dinboli medico veterinario
Rivisto da: dott. Juri Ravasi

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