Colin Burne, guardia caccia di 64 anni, è stato colto in flagrante mentre, con un grosso bastone, entra nella trappola in cui si trovano 2 poiane ed una ad una, le finisce a bastonate. Tutta la sequenza è stata tragicamente ripresa da una telecamera nascosta che ha documentato il reato. Non si sa ancora da quanto tempo perpetua questo gesto ma dalla scioltezza con cui si muove si percepisce che è molto pratico e sicuro nei suoi movimenti. Colin Burne, colto sul fatto, non ha potuto fare altro che ammettere le sue colpe ed è stato arrestato. Ancora sconosciuto il numero delle poiane uccise fino all’arresto. Di seguito il terribile video che inchioda il guardia caccia.
Uccide Poiane a bastonate, guardiacaccia arrestato in Inghilterra
Sbranato dalle tigri che accudiva Tragedia nell’ex parco a Pinerolo
La vittima, Mauro Laggiard, da anni gestiva i felini rimasti
E’ stato sbranato dagli animali che amava al punto da non voler lasciare il parco , ormai abbandonato. Così è morto Mauro Laggiard, 72 anni, che viveva nel parco ornitologico Martinat di Pinerolo, nel torinese. Al momento non si conosce ancora la dinamica di quanto avvenuto. Sul Parco ormai chiuso ai visitatori e su come venivano tenute le tigri e un leopardo erano intervenute più volte le associazioni di animalisti, chiedendo anche l’intervento delle autorità e dell’Asl. I controlli avevano accertato la salute delle tigri e i titolari si erano sempre opposti a ogni possibile spostamento degli animali.
L’uomo è stato assalito e ucciso probabilmente mentre portava il cibo ai felini. Nell’oasi naturale vicino a San Pietro Val Lemina – dove si è verificata la tragedia – Carla Agosteo e suo marito Mauro Laggiard avevano hanno rinunciato a tutto pur di stare accanto alle loro tigri. Una sorta di simbiosi che li aveva portati a rinunciare a una comoda casa per vivere in una roulotte all’interno dell’ex parco ornitologico Martinat. Un parco che si estende su otto ettari fra San Pietro Val Lemina e Pinerolo. Negli anni la famiglia felina è cresciuta; oggi le tigri sono dieci, cinque adulti e cinque cuccioli, più un leopardo. Ovviamente i veterinari dell’Asl3 si sono preoccupati e così pure il sindaco di Pinerolo, Eugenio Buttiero, che deve garantire la sicurezza della zona. Gli animali sono rinchiusi all’interno di ampie gabbie di ferro in virtù di una vecchia convenzione, ormai scaduta, con il fondatore del parco, Sergio Martinat, morto da alcuni anni. Nelle scorse settimane dice Giorgio, il figlio di Sergio, aveva spiegato: «Ora il parco è chiuso al pubblico; per accedere alla gabbie ci sono doppi o tripli cancelli, ma in ogni caso le preoccupazioni rimangono». Gli animali non sono stati sterilizzati, e se è già difficile gestire dieci felini, il rischio di un progressivo aumento era reale.
Il sindaco stava valutando una serie di soluzioni. Aveva spiegato: «Abbiamo instaurato un tavolo con i veterinari e i nostri vigili per monitorare la situazione. I veterinari comunque mi hanno riferito che gli animali sono allevati con cura e non sono denutriti». Quella della coppia di gestori è una lunga storia: da quasi 30 anni accudisce le tigri, senza mai pensare di trovare un’altra sistemazione, neanche quando si sono verificati degli incidenti. Entrambi, infatti, sono stati feriti dagli artigli delle loro tigri. Mauro Laggiard e sua moglie avevano un banco di formaggi al mercato, poi hanno deciso di chiudere questa attività per dedicarsi interamente agli animali, ai quali sono legatissimi. Diceva Laggiard: «Mia moglie non accetterebbe mai di cedere le sue tigri ad un circo e del resto chi sarebbe disposto ad abbandonare a un futuro incerto il suo cane?». E ricordava un episodio: «Carla molti anni fa aveva una pelliccia di leopardo. Quando le è morto il cagnolino ha deciso di seppellirlo avvolto nella pelliccia. Del resto gli animali morti erano due e in due dovevano essere sepolti. Certo, le tigri danno tanto lavoro, ma le soddisfazioni ti ripagano delle fatiche. Io entro nelle gabbie, fin da piccolo sono stato abituato a conoscere questi animali, mio padre aveva già un leopardo».
fonte: lastampa.it
Zecca Killer, individuata anche in Italia
Individuata anche in Italia la zecca ixodes, causa di meningoencefaliti e altre malattie virali.
Passeggiando per prati e boschi può capitare di imbattersi in piccoli insetti a prima vista innocui, delle dimensioni di una coccinella.
Sono le zecche.
Le zecche vivono tra i cespugli e sono sempre in agguato, pronte per saltare alla prima occasione sul malcapitato, animale o uomo, che diventerà il loro pasto per parecchi giorni.
Le zecche non sono proprio insetti ma artropodi dell’ordine degli Acarina, insomma della stessa famiglia di ragni e acari. Sono ematofagi, cioè si nutrono del sangue dell’ospite al quale si sono attaccate, e si possono definire parassiti in quanto restano attaccati al loro “cibo” perdiverso tempo, aumentando di dimensioni.
L’ ultimo allarme in Italia, soprattutto nel Triveneto, è stata la comparsa di una particolare specie di zecca, abitante normalmente in Europa orientale: la zecca Ixodes Ricinus.
Sebbene originaria dell’Europa dell’est, questa specie, riuscendo a sopravvivere in differenti condizioni ambientali, si è conquistata un’ampia distribuzione geografica, arrivando a comparire dal Portogallo alla Russia e dal Nord Africa alla Scandinavia.
L’allarme in Italia deriva principalmente dalle possibili malattie trasmissibili col morso di questa zecca, in alcuni casi letali: la Tick borne encephalitis (meningoencefalite) e la malattia di Lymes.
La Tbe o Tick borne encephalitis è un’infiammazione del cervello, in questo caso specifico provocata da virus trasmesso appunto tramite il morso della zecca ixodes, che può provocare danni neurologici anche gravi.
Fabrizio Pregliasco, ricercatore al Dipartimento di Scienze biomediche all’Università degli Studi di Milano, spiega: “La meningoencefalite è una malattia non facile da diagnosticare perché dà una sintomatologia simil-influenzale una leggera febbre, mal di testa, dolori muscolari che compaiono a distanza di 7-14 giorni dal morso, cui può seguire una seconda fase con l’interessamento del sistema nervoso centrale e possibili danni permanenti o invalidanti. È una patologia che sta emergendo nell’evidenza dei numeri, ma è ancora sottostimata perché molti casi lievi non vengono registrati”
Tra le tre varianti della meningoencefalite, continua Pregliasco quella presente in Italia è per fortuna la meno grave.
Ad una prima fase ne può succedere una seconda, anche dopo diverse settimane, con febbre elevata confusione mentale, perdita di sensibilità e paralisi agli arti. Ma solo nel 1-2% dei casi è mortale.
In Italia, vista la sempre maggiore diffusione della zecca killer, le autorità hanno chiesto di inserire la Tbe tra le malattie notificabili.
Cosa fare allora se si viene punti da una zecca?
- Intanto va ricordato che il morso della zecca, grazie all’effetto anestetico della sua saliva, è indolore e non provoca alcun sintomo immediato, e va inoltre sottolineato che non sempre quando si viene punti si contraggono infezioni e malattie, ma bisogna fare cautela e seguire poche semplici regole.
- Se ci si accorge di avere l’animale ancora piantato nella pelle agite con cautela ma con rapidità: meno la zecca sta a contatto più diminuisce il rischio contagio
- Staccate la zecca dalla pelle con una pinzetta con una torsione, non strappatela dall’epidermide.
- Non applicate unguenti oleosi
- Disinfettate la parte con amuchina
- Informate il medico curante al più presto.
- Segnate sul calendario la data. Nei successivi 40 giorni osservate se attorno al morso compare l’eritema
- Non prendete antibiotici per non mascherare eventuali possibili segni di incubazione.
- Ancor prima, per evitare fobie e inutili preoccupazioni, ricordate che fare attenzione quando si va in giro nei prati non significa però non godersi il sole e l’aria aperta.
Come trasportare in aereo animali
IN AEREO…
Attenzione!! dal 01-06-2013 sono cambiate le normative sulle caratteristiche dei trasportini!! Ora possono viaggiare ESCLUSIVAMENTE trasportini dotati di porticina e prese d’aria in metallo come da foto qui sotto.
…CON ALITALIA
CANI E GATTI
Per viaggiare negli stati membri dell’Unione Europea, i cani e i gatti devono essere muniti di:
• un passaporto rilasciato da un veterinario, che riporti le vaccinazioni e lo stato di salute dell’animale
• un tatuaggio leggibile o un sistema elettronico di identificazione (transponder)
Ricorda inoltre che:
• gli animali di età inferiore ai 3 mesi, quindi non ancora sottoposti al vaccino antirabbia, non possono viaggiare in Europa
• per l’ingresso in Svezia è obbligatorio anche il trattamento antiparassitario contro echinococco e zecche
• nel Regno Unito e in Irlanda non è consentito il trasporto di animali nè a bordo, né in stiva, né come merce
• in alcuni paesi vigono divieti o limitazioni all’introduzione di alcune specie animali
• il trasporto di cani guida per passeggeri non vedenti e/o non udenti è gratuito e senza limiti di peso; per maggiori informazioni visita la pagina dedicata all’assistenza prevista per i passeggeri non udenti e non vedenti.
VOLATILI
Per prevenire la diffusione dell’influenza aviaria, l’Unione Europea e il Ministero della Salute hanno disposto il divieto assoluto di accettazione di volatili da compagnia originari dei paesi asiatici, di Turchia, Russia, Sud Africa, Romania e di tutti gli stati della penisola balcanica.
TRASPORTO IN CABINA O IN STIVA?
L’animale domestico è soggetto al pagamento di un supplemento rispetto alla normale franchigia.
Il trasporto in cabina è soggetto a specifiche condizioni:
• l’animale deve rimanere per tutto il viaggio in un trasportino che non superi queste dimensioni:
♦ 40 cm di lunghezza
♦ 20 cm di larghezza
♦ 24 cm di altezza
• Il trasportino deve consentirgli di stare in posizione comoda, di potersi girare e accucciarsi; dev’essere ben aerato, impermeabile e robusto.
• il trasportino può trasportare fino a 5 animali della stessa specie, a condizione che il peso totale (compreso il cibo e il trasportino stesso) non superi i 10kg.
• se non disponi di un tuo contenitore, ti invitiamo ad informarti con qualche giorno di anticipo circa la disponibilità degli stessi presso lo scalo di partenza; presso gli scali serviti puoi acquistare uno dei 2 modelli messi a disposizione da Alitalia, uno per il trasporto in cabina, l’altro per il trasporto nella stiva.
• nel caso in cui non siano rispettate le suddette condizioni oppure se l’animale arreca disturbo ai passeggeri, il Comandante titolare del volo può farlo trasferire nella stiva.
Poiché il servizio non è disponibile su tutti gli aeromobili e le dimensioni massime imbarcabili variano a seconda dell’aeromobile utilizzato, è importante informarsi in anticipo contattando il Numero Unico 06 2222.
…CON MERIDIANA
A bordo dei voli Meridiana fly è consentito esclusivamente il trasporto di cani, gatti, volatili, conigli, porcellini d’india e criceti; purché il passeggero, con cui viaggiano al seguito in cabina, sia munito di tutta la documentazione sanitaria prevista dalla vigente legislazione. In ottemperanza a quanto previsto dagli standard di Compagnia, sul medesimo volo possono essere imbarcati in cabina al massimo due contenitori e non più di uno per passeggero. Pertanto la prenotazione, previa verifica della disponibilità, e la conferma del trasporto dell’animale a bordo è effettuabile esclusivamente tramite il Call Center; anche qualora il passeggero si rivolga alla propria Agenzia di Viaggio di fiducia, è sempre necessario che l’Agenzia contatti il vettore.
L’animale deve essere posto a cura del passeggero in un contenitore rigido o borsa a tenuta stagna, resistente e sicuro provvisto di un’apertura per una sufficiente aerazione; i contenitori imbarcati in cabina non devono eccedere le seguenti dimensioni: cm 48x33x29.
L’animale, il contenitore e l’eventuale cibo, in cabina, non devono superare il peso complessivo di 10 Kg (5kg sui voli operati da A/M ATR); inoltre, l’animale non deve emanare odore sgradevole e deve rimanere esclusivamente nel contenitore.
È comunque facoltà del Comandante provvedere al trasferimento dell’animale nella stiva qualora l’animale arrechi fastidio agli altri passeggeri. In ottemperanza a quanto previsto dagli standard di Compagnia, sul medesimo volo possono essere imbarcati in cabina al massimo due contenitori e non più di uno per passeggero.
Il servizio di trasporto animali in stiva è disponibile sui voli operati con aeromobili MD80 – MD82 – A330. La richiesta deve essere effettuata al momento della prenotazione dei voli ed è soggetta a conferma da parte della Compagnia (è infatti ammesso l’imbarco di non più di quattro contenitori in stiva).
Nel caso in cui l’aeromobile non sia abilitato al trasporto dell’animale in stiva, e pertanto la prenotazione non venga riconfermata da parte del call center a 12 ore dalla partenza, al passeggero proprietario dell’animale spetta il solo rimborso integrale del biglietto non utilizzato e del costo del trasporto dell’animale in stiva non effettuato.
… CON AIR ONE
Cani e gatti
Per viaggiare negli stati membri dell’Unione Europea, i cani e i gatti devono essere muniti di:
• Un passaporto rilasciato da un veterinario, che riporti le vaccinazioni e lo stato di salute dell’animale
• Un tatuaggio leggibile o un sistema elettronico di identificazione (transponder)
Ricorda inoltre che:
• Gli animali di età inferiore ai 3 mesi, quindi non ancora sottoposti al vaccino antirabbia, non possono viaggiare in Europa
• Per l’ingresso in Svezia è obbligatorio anche il trattamento antiparassitario contro echinococco e zecche
• Nel Regno Unito e in Irlanda non è consentito il trasporto di animali né a bordo, né in stiva, né come merce
• In alcuni paesi vigono divieti o limitazioni all’introduzione di alcune specie animali
Per prevenire la diffusione dell’influenza aviaria, l’Unione Europea e il Ministero della Salute hanno disposto il divieto assoluto di accettazione di volatili da compagnia originari dei paesi asiatici, di Turchia, Russia, Sud Africa, Romania e di tutti gli stati della penisola balcanica.
Animali consentiti a bordo: Cane, gatto, furetto, criceto, uccelli esclusi pappagalli e coniglio.
Trasporto in cabina
L’animale domestico è soggetto al pagamento di un supplemento rispetto alla normale franchigia per un peso massimo fino a 10 kg, inclusi gabbia e cibo.
[Per le regole tariffarie e i prezzi consultare il sito di Air One]
Il trasporto in cabina è soggetto a specifiche condizioni:
• L’animale deve rimanere per tutto il viaggio in un trasportino che non superi queste dimensioni:
o 40 cm di lunghezza
o 20 cm di larghezza
o 24 cm di altezza
• Il trasportino deve consentirgli di stare in posizione comoda, di potersi girare e accucciarsi; dev’essere ben aerato, impermeabile e robusto
• Il trasportino può trasportare fino a 5 animali della stessa specie, a condizione che il peso totale (compreso il cibo e il trasportino stesso) non superi gli 10 Kg
• I recipienti per il cibo e/o bevande dovranno essere richiudibili per evitare la fuoriuscita accidentale del loro contenuto.
• Se non disponi di un tuo contenitore, ti invitiamo ad informarti con qualche giorno di anticipo circa la disponibilità degli stessi presso lo scalo di partenza; inoltre presso gli scali serviti puoi acquistare in biglietteria il modello adatto per il trasporto in cabina
• Nel caso in cui non siano rispettate le suddette condizioni oppure se l’animale arreca disturbo ai passeggeri, il Comandante titolare del volo può prendere dei provvedimenti
Poiché il servizio è contingentato è importante informarsi in anticipo contattando il Call Center Air One 199 20 70 80.
…CON AIR FRANCE
In cabina
Animali accettati
In cabina possono essere trasportati, con riserva di un accordo del servizio Vendita per telefono:
• i cani e i gatti di peso inferiore ai 6 Kg (borsa o cassa di trasporto inclusa)
• i cani da guida, qualunque sia il loro peso.
Inoltre, per essere ammessi a bordo, gli animali devono avere almeno 10 settimane *.
Regole di trasporto
• L’animale deve assolutamente viaggiare in un apposito contenitore, che deve rispettare norme molto rigorose;
• Il contenitore deve essere sufficientemente areato e deve permettere all´animale di potersi alzare e girare;
• L’animale non deve in alcun modo uscire dal suo contenitore durante il volo.
• La borsa in cui il suo animale viaggia è considerata un bagaglio supplementare a pagamento.
* Otto settimane per i voli in Francia metropolitana e tra la Francia metropolitana e la Guadalupa, la Martinica, la Riunione e Saint-Martin. Sedici settimane per i voli verso la Guyana.
Formalità
• Per essere ammessi a bordo, gli animali devono aver subito tutti i vaccini obbligatori
• Dal 3 luglio 2011 tutti i cani o gatti che viaggiano nell´Unione Europea devono essere identificati con un chip elettronico. Devono essere inoltre vaccinati contro la rabbia e in possesso di un passaporto europeo. Questo passaporto, fornito e compilato da un veterinario, permette di identificare l´animale e attesta che è stato vaccinato.
• Attenzione: per i viaggi a destinazione dell´Irlanda, della Svezia, del Regno Unito o di Malta, sono richieste condizioni sanitarie supplementari. Le consigliamo di informarsi presso l´ambasciata del paese di destinazione.
• Per i viaggi al di fuori dell´Unione Europea si ricordi di informarsi sulle leggi vigenti nei paesi di origine e di arrivo (vaccini, quarantena…).
…CON BRITISH AIRWAYS
Su alcuni servizi non trasportano animali. Quando il trasporto è consentito :
Sui voli nazionali (intesi come i voli entro l’area di volo della Gran Bretagna incluse le Isole della Manica e l’isola di Man e la Repubblica di Irlanda) si applica quanto segue.
• Soli i cani guida per persone disabili possono essere accettati nella cabina passeggeri.
• I cani guida verranno trasportati gratuitamente salvo che il posto accanto al passeggero disabile debba essere destinato a quest’ultimo ed al suo cane guida, nel qual caso richiederemo il pagamento di una tariffa.
• Noi trasporteremo gli animali domestici come parte del vostro bagaglio registrato o come carico, in base alla nostra politica del momento.
• Tutti gli altri animali devono essere trasportati come merci.
Sui voli internazionali (intesi come tutti i voli diversi da quelli nazionali) si applica quanto segue.
• I can guida per persone disabili potranno essere introdotti nella cabina dell’aeromobile nel caso sia permesso dalla legge e nel caso in cui presso l’aeroporto del caso siano state adottate le opportune disposizioni.
• Gli animali domestici che accompagnano passeggeri disabili verranno trasportati gratuitamente salvo che il posto accanto il passeggero disabile debba essere destinato a quest’ultimo ed al suo cane guida, nel qual caso richiederemo il pagamento di una tariffa.
• Cani guida che non possono essere introdotti nella cabina dell’aeromobile, cani e gatti domestici saranno trasportati come bagaglio registrato o carico in base alla nostra politica del momento.
• Tutti gli altri animali devono essere trasportati come merce
• Noi trasporteremo soltanto animali per i quali la legge permette che arrivino al luogo di destinazione o ad uno scalo intermedio come bagaglio registrato.
Su tutti i voli (siano essi nazionali e internazionali) si applica quanto segue.
• Ad eccezione dei cani guida per passeggeri disabili, gli animali e i loro contenitori accettati come bagaglio registrato non rientrano nel vostro bagaglio in franchigia ed è dovuta una tariffa per l’eccedenza bagaglio.
• Dovrete assicurarvi che tutti gli animali che viaggiano come bagaglio registrato siano posti in contenitori appositi, adeguati e sicuri. In caso contrario, potremmo decidere di non trasportarli.
• Dovete presentarci tutti i certificati sanitari e di vaccinazione, i permessi di ingresso, di transito, di uscita e gli altri documenti necessari per gli animali. In caso contrario, potremmo decidere di non trasportarli.
• Ad eccezione del caso in cui il trasporto di animali è regolato dalle norme della convenzione sulla responsabilità, noi non saremo responsabili per la loro perdita, malattia, lesione o morte, tranne nel caso di nostra colpa.
• Noi non siamo responsabili nei vostri confronti per alcuna perdita subita a causa della mancata presentazione dei certificati sanitari e di vaccinazione, dei permessi di ingresso, transito, uscita e altri documenti necessari per i vostri animali. Dovrete rimborsarci le multe, le spese, gli oneri, le perdite o responsabilità da noi sostenute o sofferte a causa del mancato possesso di questi documenti da parte vostra.
• Occasionalmente adottiamo dei regolamenti per il trasporto di animali. Potete chiederne una copia a noi o ai nostri agenti autorizzati.
…CON KLM
Gli animali verranno trasportati solo se esplicitamente accettati da parte del Vettore al momento della prenotazione. Nel caso in cui il Vettore accetti di trasportare animali, tale trasporto dovrà essere, in ogni caso, soggetto alle seguenti condizioni:
(a) Cani, gatti, uccelli e altri animali domestici devono viaggiare in appositi trasportini e accompagnati da documentazione valida, come certificati sanitari e di vaccinazione, e permessi di ingresso o transito. Il Vettore si riserva il diritto di determinare le modalità di viaggio e di limitare il numero di animali trasportati su un volo.
(b) Se accettato come Bagaglio, l’animale e il relativo trasportino non potranno essere compresi nella franchigia, ma costituiranno eccedenza bagaglio per la quale il Passeggero sarà tenuto a pagare la tariffa in vigore.
(c) Gli animali di servizio che accompagnano Passeggeri disabili, squadre di soccorso o ufficiali governativi, verranno trasportati gratuitamente, insieme al trasportino, oltre alla franchigia Bagaglio applicabile.
(d) Se il trasporto non è soggetto al sistema di responsabilità della Convenzione, il Vettore non sarà responsabile per lesioni, perdita, malattia, o morte di un animale che ha accettato di trasportare, salvo nel caso in cui tale danno sia dovuto esclusivamente a grave negligenza o atto illecito da parte del Vettore.
(e) Il Passeggero deve preoccuparsi di ottenere e presentare tutti i documenti richiesti dalle autorità del Paese di destinazione o transito. Il Vettore non accetterà di trasportare animali che non siano in possesso dei documenti richiesti. Il Vettore non sarà responsabile per lesioni, perdite, ritardi, malattia o morte degli animali trasportati nel caso in cui il Paese, lo stato o il territorio neghi l’ingresso o il passaggio al suo interno all’animale, salvo nel caso in cui tale danno sia dovuto esclusivamente a grave negligenza o atto illecito da parte del Vettore. I Passeggeri che viaggiano con tali animali sono tenuti a rimborsare tutti i costi e i danni (ammende, perdite, risarcimenti) sostenuti dal Vettore a causa di tale situazione.
Il Vettore ha il diritto di stabilire, in qualsiasi momento e a sua discrezione, eventuali condizioni supplementari che ritiene appropriate.
…CON SWISS AIRLINES
Trasportiamo gli animali alle seguenti condizioni:
• Deve assicurare che animali quali cani, gatti, uccelli domestici ed altri animali domestici siano adeguatamente ingabbiati ed accompagnati da validi certificati sanitari e di vaccinazione, di regolari permessi di entrata, nonché da altri documenti richiesti dai Paesi di entrata o di transito. In mancanza di detti documenti, gli animali non possono essere ammessi al trasporto. Su richiesta sono disponibili presso di noi le disposizioni supplementari sul trasporto di animali.
• Se accettiamo un animale come Bagaglio, esso non è compreso nel Suo Bagaglio in franchigia insieme al relativo contenitore ed al cibo, ma è considerato come eccedenza bagaglio, per cui è dovuto il pagamento della tariffa applicabile.
• I cani-guida per Passeggeri disabili vengono trasportati gratuitamente in aggiunta al bagaglio in franchigia. Valgono le nostre condizioni speciali, disponibili su richiesta.
• Qualora il trasporto di un animale non sia soggetto alle norme della Convenzione in materia di responsabilità, non rispondiamo per lesioni, perdita, malattia o morte di un animale da noi trasportato, a meno che non vi sia stata colpa grave da parte nostra.
• Non ci assumiamo alcuna responsabilità per animali privi dei necessari documenti per l’entrata e l’uscita, dei certificati sanitari e di altri documenti connessi all’entrata o al transito nel Paese. La persona che porta con sé l’animale deve indennizzarci qualsiasi pena pecuniaria, debite spese, perdite o pagamenti a titolo di risarcimento dei danni provocati o a noi imposti in conseguenza della mancanza di documenti.
…CON LUFTHANSA
Lufthansa trasporta gli animali in cabina o nella stiva dell’aeromobile, a seconda del loro peso e delle loro dimensioni. Devono naturalmente essere rispettate le norme di legge per la protezione degli animali e le disposizioni per l’importazione e l’esportazione dei paesi interessati. Per alcune razze di cani vengono applicate condizioni di trasporto particolari.
Avvisare per tempo
Se vuole portare con sé animali su un volo Lufthansa lo comunichi al momento della prenotazione, e comunque almeno 24 ore prima della partenza, telefonicamente al numero 199 400 044 (da rete fissa 0,10 Euro/min. +IVA, da rete mobile la tariffa varia secondo l’operatore utilizzato) o personalmente al nostro Lufthansa Airport Ticket Team.
Trasporto di cani di piccola taglia e gatti in cabina
Può portare un cane o un gatto in cabina se l’animale non supera gli otto chilogrammi di peso (compreso il trasportino). In cabina l’animale deve essere tenuto in un contenitore di massimo 55x40x20 cm: può utilizzare il suo trasportino se rientra nelle dimensioni richieste ed è impermeabile.
Trasporto di animali di grossa taglia nella stiva
Gli animali che non possono essere trasportati in cabina vengono trasportati da Lufthansa in appositi contenitori in una zona climatizzata della stiva merci. Per il suo animale può utilizzare il suo trasportino se è conforme alle disposizioni IATA (International Air Transport Association). Le dimensioni del contenitore devono in ogni caso garantire che l’animale possa stare in posizione eretta e abbia sufficiente spazio per muoversi. Per maggiori informazioni la preghiamo di rivolgersi al suo ufficio prenotazioni Lufthansa.
Esiste anche la possibilità di far trasportare animali non accompagnati tramite Lufthansa Cargo. Può richiedere informazioni chiamando Lufthansa Cargo (in Germania +49 – 1 80 – 57 47 100*) o visitando il sito di Lufthansa Cargo.
Tariffe per il trasporto di animali per viaggi a partire dall’1.6.2011
Gli animali non sono inclusi nella franchigia bagaglio e vengono addebitati come eccedenza bagaglio.
Cani guida e cani da assistenza
I cani guida per non vedenti e non udenti e gli altri cani da assistenza al seguito dei passeggeri in linea di massima vengono trasportati gratuitamente su tutti i voli Lufthansa e sono ammessi anche in cabina. Non dimentichi di avvisare tempestivamente della presenza del suo cane da assistenza.
Maggiori informazioni
Il suo ufficio Lufthansa (199 400 044: da rete fissa 0,10 Euro/min. +IVA, da rete mobile la tariffa varia secondo l’operatore utilizzato) o la sua agenzia di viaggi saranno lieti di fornirle tutte le informazioni.
… EASY JET
Ad eccezione dei cani guida, è proibito il trasporto di animali e di qualsiasi tipo di forma animale.
I cani guida che accompagnano Passeggeri non udenti/vedenti o con disabilità fisiche assieme con le gabbie e il cibo necessario, saranno caricati senza sovrapprezzo rispetto alla normale franchigia per tutte le tratte nazionali del Regno Unito, su tutti i voli con partenza e destinazione nell’Europa continentale (a eccezione delle tratte del Regno Unito e del Kosovo) e con partenza/destinazione nel Regno Unito verso l’Europa continentale solamente dai seguenti aeroporti Belfast (BFS), Bristol (BRS), Edimburgo (EDI), Glasgow (GLA), Londra Luton (LTN), Londra Gatwick (LGW), Londra Stansted (STN), Manchester (MAN) e Newcastle (NCL) in conformità con il nostro Regolamento del Vettore.
(c) Il consenso al trasporto di questi animali viene dato a condizione che il Passeggero si assuma piena responsabilità per questi animali e che sia in possesso della corretta documentazione per tali animali. Non saremo responsabili per il ferimento, la perdita, l’handicap, la malattia o la morte di questi animali a meno che non siano causate da nostra negligenza o imperizia.
… RYAN AIR
E’ vietato il trasporto di animali ad eccezione dei cani guida e solo per alcune rotte
Per la prima volta fotografata una lince in appennino
L’esemplare, un individuo adulto, è stato fotografato il 19 aprile 2013, poco dopo le 19, nel territorio dell’Azienda faunistico-venatoria “Sasseto Mortano”, in comune di Santa Sofia, dall’Avv. Gian Raniero Paulucci di Forlì.
Le foto sono state scattate al margine di una vecchia carrareccia, in un area del medio Appennino forlivese (altitudine 400 m s.l.m.) caratterizzata da fasce boscose, calanchi cespugliati, pascoli e campi coltivati, ricca di ungulati (caprioli, daini, cervi e cinghiali), lepri, fagiani e pernici rosse, tutti animali che rientrano nello spettro alimentare di questo predatore.
Negli scorsi due decenni diversi avvistamenti di lince erano stati segnalati nell’Appennino tosco-emiliano e tosco romagnolo, senza che le stesse fossero tuttavia supportate da prove documentali certe.
La presenza della lince in questa regione deriva con tutta probabilità da esemplari rilasciati in natura dall’uomo in anni recenti; infatti la specie è stata considerata estinta nell’Italia peninsulare a partire dal XVII secolo. Anche l’immigrazione dall’area alpina, dove attualmente vivono pochissimi esemplari, appare assi poco probabile per ragioni geografico-ambientali e demografiche.
fonte: http://www.isprambiente.gov.it/
Cesar Millan e i collari elettrici. Tutta la verità
Lo staff ha deciso di scrivere questo articolo di precisazioni perché sempre più persone si chiedono se è vero che Cesar Millan utilizza collari elettrici e se si perchè. Vorremmo con questo articolo fornirvi non tanto la nostra opinione a riguardo ma bensì dei dati su cui riflettere.
Inizio questa trattazione con un testo tratto da
Il capobranco sei tu di Cesar Millan e Melissa Jo Peltier che spiega l’opinione del noto educatore.
Il collare Elettronico – pagina 114Forse nessuno strumento comportamentale inventato dall’uomo è stato più denigrato del collare elettronico o, come lo chiamano i suoi detrattori, il collare shock. Io sono assolutamente d’accordo con chi critica questo strumento il quale, se usato scorrettamente o messo nelle mani sbagliate, non solo può traumatizzare il cane, ma anche danneggiare in modo permanente la fiducia che desiderate instaurare con l’animale.Molte persone con una scarsa conoscenza di questo strumento credono che un collare elettronico provochi dolore. L’idea è che generi una specie di elettroshock. Se i primi modelli non potevano modificare la lunghezza o l’intensità dello stimolo ed erano meno attenti all’animale di quanto siano quelli odierni, attualmente tecnologia e strumenti sono cambiati. Oggi l’intensità della corrente elettrica prodotta da buoni collari elettronici è paragonabile al tipo di stimolazione TENS che gli uomini usano volontariamente su se stessi a scopo terapeutico. La mia coautrice fa stimolazioni intramuscolo TENS della durata di venti minuti, e descrive questa sensazione come una specie di punzecchiatura.Un’altra cosa da tenere a mente circa le correzioni date da un collare di buon livello (e da un proprietario educato e sensibile) è la durata dell’impulso. Un’efficace correzione dovrebbe durare solo un quarantesimo di secondo, meno del tempo che una persona media impiega a schioccare le dita.
Ma se è davvero così perché, anche con un uso corretto del collare elettronico, il cane salta, sobbalza o guaisce? Alla maggior parte degli osservatori sembra impossibile non nuocere, in qualche modo al cane, ma questa è una cosa che naturalmente voglio evitare a qualunque costo. La differenza viene dalla differenza di base tra uomini e animali: la capacità di ragionare. La maggior parte degli uomini impara a conoscere l’elettricità fin da piccoli. Conosciamo le cause e gli effetti. I nostri cani no. I nostri amici a quattro zampe vivono in un mondo di causa ed effetto. La corrente viene fuori dal nulla, non ha contesto e quindi la vedono come una cosa da evitare.
L’impulso elettronico è uno strumento potente nel campo della punizione positiva. L’impulso elettronico colpisce il cane il quale lo collega istantaneamente all’oggetto o al comportamento in cui si è impegnato. NON è uno strumento da usare per l’addestramento giornaliero o per le situazioni in cui si desidera modificare un comportamento. Non è neppure uno strumento da usare su un cane per un periodo di condizionamento a lungo termine. Tuttavia, se usato correttamente da un proprietario addestrato , può salvare la vita di chi lo porta.
I pericoli del collare Elettronico
I collari elettronici possono avere conseguenze negative nelle mani sbagliate. La cosa importante è che il cane non associ voi con la scossa ( poiché il cane non capisce la sensazione può solo avere un associazione negativa). Questo è il suo punto di forza ma anche il suo punto debole. Se il cane identifica il collare con voi, sarà pieno di risentimento. I collari elettronici hanno una cattiva reputazione che deriva da persone che li usano in situazioni di obbedienza elementare. Una volta capita la connessione e collegato il proprietario a quella sensazione spiacevole, il cane ubbidirà, Ma non si fiderà mai più del suo padrone.
Questo è in assoluto l’uso Più scorretto del collare elettronico: il peggiore, perché coercitivo. I cani non sono elettrodomestici. La vera obbedienza è qualcosa che richiede pazienza, leadership e rispetto da parte del proprietario o da chi si occupa del cane. E sebbene il collare elettronico possa spesso dare rapidi risultati, a meno che non si tratti di una situazione limite, è uno strumento che si presta ad abusi. Che scegliate o meno questo strumento, vi consiglio, prima di cercare di influenzare il comportamento del vostro cane, di trovare un professionista i cui metodi e la cui filosofia siano in sintonia con i vostri e che sia in grado di illustrarvene in modo corretto e accurato”
Il nostro punto di vista, il più oggettivo possibile
Analizziamo insieme due puntate di dog whisperer in cui si fa uso del collare elettronico. La dimostrazione che tutto quello scritto da Cesar non sono solo belle parole la troviamo nel 13° episodio della 5a stagione di “The Dog Whisperer- Uno psicologo da cani”
Se osservate il video qui a fianco dal minuto 6 noterete che Cesar Millan fa provare sulla pelle ad un cameraman gli effetti del collare elettronico. La scena prosegue poi con una dimostrazione del fatto che effettivamente questo strumento emette una vibrazione: il collare viene posto sopra un secchio di metallo e una volta azionato si percepisce un suono ormai familiare, quello della vibrazione. Ma a questo punto probabilmente vi chiederete come mai in un altro video che si trova in rete il cane reagisce guaendo e saltando? Come Cesar stesso spiega, nel quarto paragrafo del testo sopra, il cane è spaventato da questa sensazione sconosciuta e quindi reagisce comunicando il suo disagio. Continuando a guardare il filmato lo vediamo nascondere sotto la poltrona, e questo passaggio viene utilizzato da molti per sostenere che effettivamente l’impulso che l’animale ha ricevuto dal collare elettronico sia stato doloroso.
Ma è davvero necessario far provare dolore ad un cane per farlo nascondere? Chiunque ha un cane e passa con lui molto tempo sa benissimo che questa è una reazione comune quando si trova difronte a qualcosa che non capisce e non sa spiegarsi. Quante volte il vostro cane vi ha strattonato per scappare da qualcosa che secondo voi era totalmente innocuo, facendovi pensare che se anche lui avesse avuto una poltrona ci si sarebbe infilato sotto?
A questo punto alcuni continuerebbero ad obbiettare che ci sono altri metodi per ottenere lo stesso risultato e che quindi non era necessario ricorrere al collare elettronico. La nostra risposta a tutti è che Cesar Millan ha largamente dimostrato di riuscire a recuperare cani con molte problematiche utilizzando “metodi” meno invasivi, spaziando fino a metodiche definite “gentiliste”: facendo uso dei contro-condizionamento e del reindirizzamento. Questo è un dato oggettivo, testimoniato da otto serie di Dog Whisperer.
Quindi crediamo che in questa circostanza in particolare ci siano state cause di forza maggiore che lo han costretto ad intervenire in questo modo. Lui stesso dice di ricorrere al collare elettronico solo in casi di estrema necessità, come quando ha dovuto contro-condizionare un cane che a causa della sua ossessione per i mezzi in movimento ha addentato i pneumatici di un pickup in corsa perdendo un occhio e rompendosi la mascella e ha cercato più volte di attaccare una mietitrebbia.
Grazie all’intervento di Cesar questo cane ha abbandonato questa pericolosa abitudine ed è vivo e vegeto: i padroni gli sono grati e cosi anche noi. Oppure come quella volta che Jada Pinkett Smith ( la moglie dell’attore Will Smith) l’ha chiamato disperata perchè uno dei sui cani, il povero Rocco, era stato ucciso da un serpente velenoso. In quest’occasione usò il collare elettronico per instillare nei cani di Jada la paura dei serpenti, la stessa che in natura è il branco ad insegnare. Il caso dell’ultimo video certamente non fa eccezione, e le motivazioni che han delineato la sua scelta potrebbero essere legate al grado di ossessione del cane, le capacità della padrona o addirittura al pericolo che il cane aveva di essere abbattuto.
Precisazioni
Precisiamo che Cesar Millan non utilizza i collari con le punte rivolte verso l’interno, l’unico tipo di guinzaglio che ha sempre con se è un lacccio di Nylon da quattro soldi, che si rompre al minimo sforzo. Se in qualche episodio si è visto qualche cane indossarne uno è perchè era quello utilizzato dai proprietari. Cesar Millan preferisce sempre utilizzare gli strumenti che i padroni adoperano abitualmente, per dimostrare che a fare la differenza non sono gli accessori che si possono comprare ma il modo di utilizzarli calmo e assertivo. Addirittura in qualche occasione Cesar ne ha sconsigliato l’utilizzo perchè era deleterio con quel cane in particolare.
Vogliamo mostrarvi quest’ultimo video da cui è stato tratto un frame per far credere che in realtà, a telecamere spente e contrariamente all’immagine che da di sè, Cesar Millan sia una pessima persona e un gran cafone.
Speriamo che questo nostro articolo vi abbia dimostrato quanto le informazioni contrarie nei confronti di questo educatore siano fuorvianti ed errate. Dietro tutto questo accanimento c’è una vera e propria manipolazione che ha come obbiettivo quello di minare la fiducia che alcune persone hanno di Cesar Millan e di chi ha trovato dei benefici nell’utilizzare i suoi consigli. Ci auguriamo che le loro attenzioni si spostino verso problemi veri, come ad esempio l’uso del collare elettrico da parte di alcuni cacciatori che lo utilizzano anche solo per richiamare il cane a se.
Vogliamo invitare tutti a prendere ciò che vi convince tra i consigli che questo educatore propone, proprio come si fa per altri professionisti che scrivono molte cose di cui alcune non condivise da altri. Insomma l’obbiettivo finale è dare una vita soddisfacente ai nostri cani nel rispetto della sua natura e della nostra pace familiare. E se grazie a Cesar Millan, magari anche con il nostro piccolo aiuto, ci state riuscendo, non fatevi scoraggiare dalle tante opinioni contrarie che girano in rete, perchè alla fine conta solo la gratitudine e la serenità che leggete nel volto del vostro cane.
Lo staff
Telecamere nei nidi dei rapaci – Live
Se vi interessano i rapaci e volete vedere live, in tempo reale come avviene la riproduzione la deposizione, cova, la schiusa, la crescita e l’involo dei falchi, non potete perdervi questi link:
http://www.birdcam.it/index.php?act=cam&cam=1 Nido di Falchi pellegrini a Roma
http://www.newforestgateway.org/Wildcam/LiveCameras/tabid/117/Default.aspx Nido di Astori in Inghilterra
http://www.birdcam.it/index.php?act=cam&cam=38 Nido di Gheppi
Incubazione artificiale uova
Fin da bambino ho sempre avuto la curiosità di capire come nascessero i pulcini. Avevo avuto modo di osservare attentamente la fecondazione, la deposizione, la cova e la schiusa di uova di gallina direttamente dalle chiocce del mio pollaio. Uno spettacolo incredibile! Mi sono chiesto: “ma come si fa a sostituire la chioccia per far nascere i pulcini”? A 10 anni costruì la mia prima rozza incubatrice fatta con una scatola di legno chiusa sul lato superiore da un vetro per vedere le uova. Avevo predisposto per la temperatura interna una serie di lampadine ad incandescenza che erano calate ad una certa distanza sopra le uova fino a raggiungere una temperatura di cova approssimativamente costante. Un termometro posto in mezzo alle uova mi garantiva una temperatura “Intorno” ai 37 gradi celsius..
Mattina, pomeriggio e sera, ruotavo manualmente le uova su loro stesse in modo da non fare incollare l’embrione, proprio come fa la chioccia in cova. L’umidità veniva emessa da un piccolo recipiente pieno d’acqua posta vicino ad una lampadina.
Che ci crdiate o no, con questo modo arcaico di cova, dopo 21 giorni, nacque un unico pulcino bianco il giorno del compleanno di mio padre e così lo chiamai Emiliano. Il Gallo crebbe sano e forte e morì molto tempo dopo di vecchiaia…
Inutile dire che quell’evento miracoloso mi segnò indelebilmente, iniziai ad affinare le tecniche di incubazione informandomi e mettendo in pratica le conoscenze elettroniche per migliorare sempre più le mie incubatrici.
L’incubatrice è costituita da un involucro di legno o in plastica all’interno della quale sono presenti:lucetta per l’ illuminazione interna, resistenza elettrica, termostato per la regolazione della temperatura, e a seconda dal modello, un motore provvisto di ventola per la movimentazione dell’aria all’interno della macchina. Può essere presente un volta uova manuale o meccanico a seconda dei modelli.Può essere anche provvista di un regolatore dell’umidità digitale che va comunque controllata dell’interno con un buon igrometro di precisione a capelli.E’ anche Indispensabile un termometro di precisione.
Sostanzialmente, le incubatrici, le possiamo classificare in: aria ferma, aria forzata.
Nelle prime, la temperatura è trasmessa alle uova per induzione di calore che normalmente proviene dall’alto tramite delle resistenze elettriche. Per questo motivo, le incubatrici ad aria ferma, sono provviste di un unico cestello piano. Sono ideali per l’incubazione di poche uova e per la schiusa in quanto, non essendoci la ventola, la membrana dell’uovo, una volta forata dal pulcino, non secca, facilitando la nascita del pulcino.
Le incubatrici ad aria forzata, sono provviste di una resistenza elettrica, termostato e da una ventola per muovere l’aria all’interno. Essendoci aria in movimento, questo tipo di incubatrice può avere più cestelli aumentando la capacità di incubazione e garantendo la temperatura costante su tutte le uova.
Iniziamo col raccogliere un bel po di uova gallate, conservatele al buio in un luogo fresco avendo l’accortezza due volte al giorno di ruotarle una ad una su loro stesse.
Arrivati alla quantità giusta, accendete l’incubatrice e fatela girare per un giorno intero in modo da stabilizzare la temperatura sui 37,7 gradi con una umidità di 55%.durante l’incubazione e il 65-70% gli ultimi 2 giorni prima della schiusa.
La temperatura è mantenuta costante da un termostato, la difficoltà maggiore è di stabilizzare il grado di umidità.
Consiglio sempre di incubare in un luogo tranquillo, lontano da fonti di calore e soprattutto da vibrazioni e da urti.
Amenochè non si abbia un regolatore automatico di umidità, per mantenere la percentuale giusta serve un sottovaso riempito con acqua e posto all’interno dell’incubatrice.
Se servirà più umidità si può aumentare il diametro del sottovaso sostituendolo con uno maggiore. Stessa cosa, al contrario se la percentuale di umidità è troppo alta.
Per quanto tempo dovremo tenere le uova in incubatrice? Tutto dipende dalla Specie che volete riprodurre!! Di seguito la tabella con i giorni di incubazione:
Periodi di incubazione delle principali specie avicole
Nome scientifico | Nome comune | Durata (gg) |
Gallus spp. | Pollo |
21
|
Meleagris gallopavo | Tacchino |
28
|
Chairina moschata | Anatra muta |
35
|
Anas platyrhynchos | Anatra |
28
|
Anser anser | Oca comune |
30
|
Cygnopsis cygnoides | Oca cignoide |
34
|
Pavo spp. | Pavoni |
27-28
|
Acryllium vulturinum | Gallina della Guinea |
26-28
|
Alectoris barbara | Pernice Sarda |
25
|
Alectoris chukar | Pernice Chukar |
22-24
|
Alectoris graeca | Coturnice |
24-26
|
Alectoris rufa | Pernice Rossa |
23-24
|
Callifpepla californicus | Quaglia della California |
21-22
|
Colinus virginianus | Colino della Virginia |
23-24
|
Catreus wallichi | Fagiano di Cheer |
26
|
Francolinus francolinus | Francolino |
18-19
|
Chrysolophus amhersti | Fagiano di Lady Amherst |
22-23
|
Chrysolophus pictus | Fagiano Dorato |
22-23
|
Crossoptilon auritum | Fagiano dalle orecchie blu |
26-28
|
Crossoptilon crossoptilon | Fagiano dalle orecchie bianco |
24-25
|
Crossoptilon mantchuricum | Fagiano dalle orecchie bruno |
26-27
|
Phasianus colchicus | Fagiano Comune |
23-24
|
Lophophorus impeyanus | Fagiano dell’Himalaya |
28
|
Lophura edwardsi | Fagiano di Edwards |
22
|
Lophura leucomelana | Fagiano di Kalij |
24-25
|
Lophura nycthemera | Fagiano Argentato |
25-26
|
Lophura swinhoei | Fagiano di Swinhoe |
25
|
Polyplectron spp. | Fagiani di Peacock |
18-21
|
Pucrasia macrolopha | Fagiano di Koklass |
26-27
|
Syrmaticus ellioti | Fagiano di Elliot |
25
|
Syrmaticus humiae | Fagiano di Hume |
27-28
|
Syrmaticus mikado | Mikado Pheasant |
27-28
|
Syrmaticus reevesi | Fagiano di Reeve |
24-25
|
Syrmaticus soemmeringi | Fagiano Rame |
25
|
Tragopan spp. | Fagiani Tragopan |
28
|
Allevamento del maiale allo stato brado
La tecnica di allevamento all’aperto dei suini, nota all’estero con i termini outdoor e plein air, si differenzia dall’allevamento in porcilaia per l’impiego di ampie superfici di terreno recintate, all’interno delle quali i suini dispongono di zone funzionali predisposte e attrezzate per l’abbeverata, l’alimentazione e il riposo.
Normalmente si utilizzano recinzioni, strutture e attrezzature di tipo mobile per agevolarne il periodico trasferimento sui diversi appezzamenti destinati all’allevamento.
Caratteristica di questa forma d’allevamento, infatti, è la pratica di ruotare i recinti nell’ambito di un idoneo piano aziendale di avvicendamento colturale, finalizzato a massimizzare lo sfruttamento agronomico dei nutrienti contenuti nelle deiezioni rilasciate dai suini sul terreno e a minimizzare, al tempo stesso, i fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, l’erosione del
suolo e i danni alla vegetazione.
Con questo sistema di allevamento è possibile limitare gli investimenti necessari per le porcilaie biologiche, purché vi sia la disponibilità di superfici idonee e a basso costo (terreni marginali o scarsamente produttivi).
Questa tecnica risulta di grande interesse per l’allevamento dei riproduttori, ma può essere estesa anche alle fasi di accrescimento e ingrasso.
Organizzazione dei recinti
La progettazione di un allevamento suinicolo all’aperto prevede innanzitutto la definizione delle superfici di terreno necessarie, con riferimento ai seguenti parametri:
• numero di recinti e relative destinazioni per fase di allevamento;
• numero e categorie di suini per ogni recinto;
• superficie per capo da destinare a ciascuna categoria di suini in relazione alla fase produttiva e alle caratteristiche climatiche e pedologiche, ottemperando alle norme in vigore in materia di impatto ambientale delle produzioni zootecniche.
All’intero dei singoli recinti i suini devono disporre di:
• un abbeveratoio;
• una buca riempita di acqua o uno spruzzatore da azionare in continuo in estate durante le ore più calde del giorno;
• una zona riparata dal sole, alberata o realizzata con reti ombreggianti sorrette da un’intelaiatura
infissa nel terreno;
• una zona di riposo riparata, costituita da strutture mobili (capannine), individuali o collettive, di vario tipo e dimensione, in relazione alla fase di allevamento alla quale vengono destinate.
Le attrezzature necessarie
La tecnica di allevamento all’aperto si basa essenzialmente sull’impiego di recinzioni elettrificate per delimitare le aree a disposizione degli animali e di capannine mobili di varie forme e dimensioni, secondo la fase di allevamento in cui devono essere utilizzate.
Le recinzioni elettrificate permettono,con costi accettabili, di confinare gli animali in aree di dimensioni adeguate e organizzate in base alle diverse fasi di allevamento e alle specifiche esigenze gestionali dell’allevamento.
La recinzione è costituita, di norma, da due ordini di filo posti a 250 e a 500-550 mm di altezza dal piano di campagna, sorretti da picchetti della lunghezza di 1 m; ma nei recinti per scrofe in gestazione è sufficiente un unico ordine di filo installato a 400 mm d’altezza. Per i recinti destinati alla fase di maternità, invece, è possibile utilizzare tre ordini di filo, installati alle altezze di 150 mm,
300 mm e 500 mm, che meglio si adattano alla diversa taglia della scrofa e dei suinetti.
Sulla recinzione è consigliabile la predisposizione di una banda in plastica forata di colore verde, del tipo usato nei cantieri edili, allo scopo di rendere più visibile la recinzione stessa e di associare il colore al dolore provocato dalla scossa elettrica, ottenendo, quindi,un maggiore rispetto della recinzione da parte dei suini.
Per la movimentazione dei suini e dei mezzi meccanici si deve prevedere un accesso per ogni recinto; il sistema più comune è quello di utilizzare apposite molle collegate alla recinzione elettrica e dotate di maniglie isolanti per la loro temporanea rimozione.
Gli apparecchi elettrificatori necessari per fornire energia ai recinti sono di vario tipo e di diversa potenza; essi convertono l’energia elettrica in impulsi di brevissima durata e di elevatissima tensione, molto dolorosi, ma distanziati nel tempo, in modo che l’animale possa indietreggiare dopo aver ricevuto la scarica.
Per quanto riguarda le capannine,sul mercato europeo ce n’è disponibile una vasta gamma con soluzioni differenti, sia per forma e dimensioni, sia per materiali costruttivi impiegati; questi ultimi possono essere il legno, in tavole o compensato, la lamiera d’acciaio zincata, la vetroresina e le materie plastiche.
Le capannine per la fase di maternità sono destinate a ospitare una sola scrofa con la nidiata e sono dotate, di norma di finestra per la ventilazione e di piccolo recinto esterno in corrispondenza dell’ingresso, per impedire l’uscita dei suinetti durante i primi giorni di vita.
Normalmente le capannine di maternità sono prive di fondo e all’inizio di ogni ciclo devono essere riempite con abbondante lettiera di paglia (da 10 fino a 40 kg a seconda del clima), che viene trattenuta all’interno per mezzo di un apposito bordo. La paglia ha il duplice
scopo di garantire agli animali un adeguato isolamento termico durante la stagione fredda e di offrire un substrato sufficientemente soffice per limitare i casi di schiacciamento dei suinetti da parte della scrofa.
Le capannine per le fasi di gestazione e d’ingrasso sono realizzate, di norma, con soluzioni costruttive semplici ed economiche e sono dimensionate per ospitare gruppi di animali (5-7 scrofe, 10-20 suini all’ingrasso). Sul mercato vengono proposte capannine in vetroresina e in lamiera di acciaio zincata, con dimensioni che possono variare in funzione del numero di capi alloggiati. Una soluzione alternativa alle capannine è costituita dalla struttura denominata “tenda”, realizzata mediante l’impiego di telo plastico sorretto da una struttura tubolare a doppia falda di acciaio zincato, a sua volta fissata su due pareti contrapposte costituite da una doppia fila di balle di paglia di forma prismatica o cilindrica. Le balle devono essere ancorate l’una all’altra e protette dai suini mediante rete elettrosaldata; i teli vengono tesi e fissati sulla struttura di sostegno, prevedendo ampi lembi per la copertura delle pareti di paglia, onde evitare infiltrazioni di acqua piovana.
Le capannine per la fase di svezzamento devono presentare un buon grado di coibentazione del tetto e delle pareti; normalmente dispongono di mangiatoie interne a tramoggia con rifornimento di mangime dall’esterno e di abbeveratoi a tazzetta o a succhiotto
installati sul lato esterno.
I principali modelli in commercio sono costituiti da strutture a una falda o ad arco realizzate con pannelli di compensato marino, con vetroresina oppure con pannelli sandwich di lamiera zincata coibentati con polistirene o poliuretano espanso.
La capienza di ciascuna capannina dipende dalle sue dimensioni interne e, ovviamente, dal peso vivo finale dei soggetti ospitati; generalmente le dimensioni interne sono adatte a contenere da 20 a 60 suinetti fino al peso di 20-35 kg.
Nella maggior parte dei casi ogni capannina dispone di un recinto esterno a cielo aperto, di superficie doppia rispetto a quella interna, delimitato da pannelli ciechi in legno o in lamiera d’acciaio zincata; in alternativa si può prevedere un recinto molto più ampio di terreno inerbito, dimensionato con superfici di 25-30 m2/capo e delimitato con recinzione fissa o elettrificata a
maglia quadrata del tipo di quella impiegata per gli ovini.
L’impatto ambientale nella produzione
Le norme vigenti disciplinano lo spandimento dei liquami e il carico di suini in
riferimento all’allevamento intensivo e non a quello all’aperto. In ogni caso per
ridurre il rischio d’inquinamento da nitrati e preservare la struttura del suolo
occorre limitare la permanenza degli animali sullo stesso terreno e creare un
buon cotico erboso, che influisce positivamente anche sul benessere degli animali.
Gli allevamenti suinicoli “industriali” si caratterizzano per l’elevata concentrazione di capi in limitate superfici stabulative coperte e per il carico di bestiame molto elevato in rapporto alla Sau. Una tale organizzazione degli allevamenti ha originato gravi problemi di impatto ambientale legati principalmente ai rischi di inquinamento idrico connessi allo smaltimento di elevati volumi di liquami suinicoli. Il superamento di tali problemi passa anche attraverso l’adozione di tecniche di stabulazione più rispettose dell’ambiente tra cui l’allevamento su lettiera e l’allevamento all’aperto. Per quest’ultima tecnica risulta strategica l’analisi e la verifica sperimentale della sostenibilità ambientale, in particolare per le aree marginali del nostro Appennino per le quali tale tecnica viene solitamente proposta. Ciò per acquisire le informazioni necessarie alla definizione dei criteri cui gli allevatori devono attenersi per garantire l’ecocompatibilità del sistema di allevamento all’aperto. Per questo appare importante un progetto di verifica delle condizioni di sostenibilità ambientale dell’allevamento suino brado e semibrado nell’Appennino emiliano-romagnolo, presentato dal Centro Ricerche Produzioni Animali nell’ambito della tornata di finanziamenti previsti per il 2004 sulla legge 28/98 della Regione Emilia-Romagna. L’allevamento all’aperto, infatti, non comporta alcuna produzione di liquami ma richiede, comunque, il rispetto di un rapporto equilibrato tra superficie agricola aziendale e peso vivo allevato. A tale proposito le conoscenze scientifiche sono tuttora limitate e i risultati dei pochi studi condotti di recente in ambito internazionale non risultano trasferibili alla realtà territoriale e produttiva dell’Emilia Romagna, caratterizzata dalla produzione di suino pesante.
Per evitare equivoci, è necessario sottolineare, però, che allevamento dei suini all’aperto non è sinonimo di metodo di produzione biologica, anche se è vero che questa tecnica facilita l’adozione del metodo biologico. La motivazione principale sta nel fatto che, nel caso in cui un allevatore intenda convertire un allevamento intensivo convenzionale alla produzione biologica, deve sostenere oneri molto forti, principalmente perché, a parità di capi allevati,deve ampliare notevolmente le superfici coperte a causa delle maggiori superfici unitarie minime di stabulazione richieste dal regolamento Ce 1804/99 (Allegato VIII) che sono pressoché doppie rispetto a quelle previste dalle norme minime per la protezione dei suini (decreti legislativi n. 534/92 e n. 53/04). Nell’allevamento all’aperto, invece, possono essere soddisfatte abbastanza agevolmente le condizioni relative al sistema di
stabulazione, così come previsto dal citato regolamento e dalle relative norme d’attuazione (decreto ministeriale 4 agosto 2000, decreto ministeriale 29 marzo 2001 e per la Regione Emilia- Romagna la delibera della giunta regionale 5 maggio 2003 n. 794).
Un vuoto normativo da colmare
In materia d’impatto ambientale la tecnica d’allevamento dei suini all’aperto non è contemplata né dalla normativa nazionale (decreto legislativo n. 152 dell’11 maggio 1999, che ha recepito la cosiddetta direttiva “nitrati”) né dalla normativa vigente in Emilia Romagna (legge regionale 24 aprile 1995, n. 50 e relative norme di attuazione), che disciplina soltanto lo spandimento sul suolo dei liquami provenienti da insediamenti zootecnici senza prevedere norme specifiche relative al rilascio in continuo, per tutto l’arco dell’anno o del ciclo produttivo, delle deiezioni da parte dei suini stessi. Inoltre, nella definizione delle densità dei suini all’interno dei recinti di allevamento non è propriamente corretto applicare agli allevamenti all’aperto i limiti di carico di suini per unità di superficie agricola destinata allo spandimento, fissati dalla normativa per gli allevamenti intensivi, con riferimento a 170 kg di azoto per ettaro per anno (zona vulnerabile o aziende biologiche) e ai 340 kg di azoto per ettaro per anno (zona non vulnerabile). Infatti tali limiti sono riferiti all’allevamento stabulato e alla relativa pratica di spandimento frazionato, nel corso dell’anno, di liquami precedentemente stoccati e maturati in azienda mentre nell’allevamento all’aperto le deiezioni sono rilasciate fresche e in continuo, per tutto l’arco dell’anno o del ciclo produttivo; pertanto, essendo diverse le qualità dei reflui distribuiti sul suolo e le loro modalità di distribuzione, si ritiene che altrettanto diversi possano essere nei due sistemi di allevamento i fenomeni di degradazione, di adsorbimento e di trasporto nel suolo dei nutrienti contenuti nelle deiezioni e, in particolare, dell’azoto in forma nitrica. La permanenza di un vuoto normativo per gli allevamenti all’aperto può comportare seri problemi d’interpretazione e di applicazione delle norme da parte degli organismi di controllo (Arpa, Asl, Corpo Forestale, ecc.) con il rischio per gli allevatori di incontrare difficoltà nell’ottenimento del rilascio delle autorizzazioni necessarie per la normale conduzione dell’attività zootecnica. L’acquisizione di dati sperimentali è quindi utile anche per gli organismi legiferanti in materia d’impatto ambientale degli allevamenti zootecnici, affinché in futuro si possa giungere ad emanare norme specifiche per l’allevamento all’aperto dei suini.
Carichi e pascolo brado
L’allevamento all’aperto comporta, comunque, la necessità di prevedere un rapporto equilibrato tra superficie agricola aziendale e peso vivo allevato. A livello orientativo si possono indicare le superfici minime unitarie, tratte dalla bibliografia internazionale,da considerare per il dimensionamento dei recinti in base alle diverse fasi d’allevamento (tabella alla pagina precedente).
I principali limiti a questa forma di allevamento sono rappresentati dai fattori pedo-climatici. Il terreno non deve essere eccessivamente pesante ma, al contrario, deve essere strutturato in modo tale da permettere un efficace allontanamento delle acque meteoriche evitando i ristagni idrici; ciò al fine di garantire agli animali condizioni di benessere accettabili dal punto di vista
igrotermico e di consentire in ogni stagione dell’anno la percorribilità delle vie di transito.
Un aspetto particolare dell’allevamento all’aperto riguarda l’analisi e la verifica della sostenibilità ambientale dell’allevamento brado in aree boschive e marginali; scopo principale è individuare i motivi di opportunità del pascolo brado, sia quelli attivi (effetti positivi sugli ecosistemi per il rimescolamento degli strati superficiali, l’apporto di sostanza organica, la riattivazione di catene trofiche utili alla fauna selvatica, ecc.) che passivi (utilizzazione di risorse alimentari come specie vegetali erbacee, frutti spontanei, microfauna, ecc.), e di definirne i limiti di compatibilità e sostenibilità al fine di evitare danni agli ecosistemi. Un’analisi di questo tipo si dovrebbe proporre di definire i limiti di compatibilità e sostenibilità in osservanza dei provvedimenti normativi per i terreni
pascolivi (art. 67, 68, 69 delle Prescrizioni di Massima e Polizia Forestale, delibera della giunta regionale 31 maggio 1995 n. 182) e dei riferimenti specifici in materia d’impatto ambientale dell’attività zootecnica, al fine di predisporre una razionale gestione del bosco in funzione del pascolo e di impedire pertanto danni agli ecosistemi.
A protezione del suolo
Per limitare i rischi d’inquinamento da nitrati e garantire il mantenimento della struttura del suolo, è necessario che i suini permangano sullo stesso terreno per un periodo non superiore a due anni nei settori di riproduzione e di svezzamento e a un anno o alla durata di un unico ciclo (per esempio, da 25-30 kg a 130-150 kg) nei settori di accrescimento e ingrasso. La limitata
permanenza dei suini sullo stesso terreno ha anche la funzione igienicosanitaria di contenere la diffusione delle parassitosi. In ogni caso la presenza di cotico erboso nei recinti d’allevamento riduce i rischi di lisciviazione e d’infiltrazione dei nitrati nel terreno; inoltre la copertura vegetale del terreno sembra influire positivamente anche sul benessere degli animali e, in particolare, sulle
prestazioni produttive delle scrofe. Nei recinti il prato deve essere seminato l’annata precedente quella d’immissione dei suini,
utilizzando varietà di graminacee caratterizzate da rapido sviluppo vegetativo e da un buon adattamento alle condizioni pedologiche e climatiche; di norma il prato è seminato in autunno per procedere all’immissione dei suini a metà della primavera successiva, generalmente dopo avere effettuato un primo taglio. Per favorire la conservazione della copertura vegetale durante il periodo di allevamento occorre evitare un eccessivo calpestio del suolo, adottando carichi di animali per unità di superficie sufficientemente bassi, in relazione alle caratteristiche del terreno.
Dimensioni minime dei recinti per l’allevamento di suini all’aperto
Categoria Superficie unitaria (m2/capo)
Scrofe in maternità 300-500
Suini riproduttori in fecondazione e in gestazione 400-600
Suinetti in svezzamento 25-50
Suini in accrescimento e ingrasso 60-200
Per approfondimenti:
allevamento del maiale all’aperto
L’ALLEVAMENTO ALL’APERTO DEL SUINO
Linee guida della Regione Emilia romagna per l’allevamento del maiale allo stato brado
Maiale Cinta Senese
Le origini di questa razza sono molto antiche ed esistono testimonianze pittoriche che dimostrano l’allevamento di suini simili all’attuale Cinta Senese fin dal Medioevo. Il tratto più caratteristico di questo suino è la presenza di una cinghiatura bianca, che dà il nome alla razza, su un mantello che è di colore nero-ardesia. La più famosa raffigurazione di un suino che assomiglia all’attuale Cinta Senese è di ambrogio Lorenzetti, “Effetti del buon Governo” (1319-1347), nel Palazzo Comunale di Siena. Altre rappresentazioni di suini con cinghiatura bianca appaiono in dipinti e affreschi della scuola senese del XII secolo in diverse chiese della campagna di Siena. Questa razza era probabilmente conosciuta anche al di fuori della Toscana, come si può dedurre dalla presenza di altre opere pittoriche raffiguranti questo animale, ad esempio a Venezia nella cappella dell’Annunziata, in un dipinto datato 1510, di esecuzione faentina.
E’ una razza molto rustica e frugale, per cui la sua struttura si avvicina al tipo longilineo, con arti abbastanza lunghi ma robusti, tronco poco profondo, testa allungata a profilo rettilineo, adatta al pascolamento.
L’area di origine e di allevamento della Cinta Senese è quella della Montagnola Senese, compresa nel territorio dei comuni di Monteriggioni, Sovicille, Gaiole, Castelnuovo Berardenga e Casole d’Elsa, nel territorio delimitato dall’alta valle del fiume Merse da una parte e dall’alta valle del fiume Elsa dall’altra.
Negli anni Quarante del XX secolo veniva definita come la più importante razza suina della Toscana, ed era allevata in modo assai diffuso per ottenere l’incrocio di prima generazione con il Verro Large White. Questi meticci, noti con i nomi di “grigi” o “tramacchiati”, erano molto ricercati dai caseifici del Nord Italia (che alimentavano i suini col siero che rimaneva dopo la casificazione) per la produzione del suino Pesante, in quanto dotati di rusticità, di facile ingrassamento e di carne molto pregiata.
Ad opera dell’ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di siena, fin dai primi anni Trenta, fu attuata per questa razza un’azione di miglioramento genetico che comprendeva l’apertura di un Libro Genealogico. Tale libro venne poi chiuso negli anni sessanta a causa della forte contrazione demografica della razza che sfiorò l’estinzione; venne poi riaperto nel 1997 e trasformato in Registro Anagrafico nel 1999.
La Cinta Senese era molto diffusa in Toscana fino agli anni Cinquanta. Tra gli anni Sessanta e Novanta ha subito una drastica contrazione demografica, ma negli ultimi anni so è registrata una inversione di tendenza e la Cinta Senese presenta ormai da qualche tempo un trend positivo.
La Cinta Senese produce carne di ottima qualità, le cui caratteristiche sono apprezzate soprattutto per la trasformazione in salumi tipici. Il peso di macellazione varia dai 40 ai 60 kg per la produzione della porchetta. Per la produzione del suino pesante il peso di macellazione medio è di circa 120 kg e la sua carne viene prevalentemente trasformata in salumi tipici tradizionali, quali il prosciutto toscano, la spalla salata, le salsicce, la gola, il lardo, la pancetta o rigatino, il capocollo, la soppressata, la finocchiona, il buristo. Come carne fresca viene utilizzata maggiormente la lombata per la cottura sulla griglia sotto forma di bistecche e rosticciane.
E’ un animale adatto all’allevamento all’aperto, allo stato brado o semibrado.
Caratteristiche morfologiche
E’ una razza di tipo fine, di taglia media, con scheletro leggero ma solido. Il peso adulto è di 300 kg per i verri e di 250 kg circa per le scrofe.
Mantello e cute – La cute e le setole sono di colore nero, salvo la presenza di una fascia bianca continua che circonda completamente il tronco all’altezza delle spalle includendo gli arti anteriori. Il passaggio tra nero e bianco può essere graduale e non netto. Sono inoltre ammesse macchie nere all’interno della fascia bianca.
Testa – La testa è di medio sviluppo, con profilo fronto-nasale rettilineo; orecchie dirette in avanti e in basso, di media lunghezza.
Collo – Il collo è allungato ed armonicamente inserito nel tronco.
Tronco – Il tronco è moderatamente lungo, di forma cilindrica depressa lateralmente, torace poco profondo e addome ampio, spalle muscolose e ben fasciate, linea dorso-lombare diritta, groppa inclinata, coda attorcigliata, natiche ben discese.
Arti – Gli arti sono medio-lunghi, sottili ma solidi, con articolazioni asciutte, pastorali netti e unghielli compatti.
Caratteri sessuali – Nel maschio: testicoli ben pronunciati. Nella femmina le mammelle devono essere in numero non inferiore a 10, regolarmente distanziate, con capezzoli normali ben pronunciati e pervii.
da Atlante delle razze autoctone – Daniele Bigi, Alessio Zanon – Edagricole